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Sentenza della Corte (Quarta Sezione) del 9 luglio 2020 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunalul Specializat Mureş - Romania) – SC Raiffeisen Bank SA / JB (C‑698/18), BRD Groupe Société Générale SA / KC (C‑699/18)

(Cause riunite C-698/18 e C-699/18)1

(«Rinvio pregiudiziale – Direttiva 93/13/CEE – Contratto di credito avente ad oggetto un prestito personale – Contratto integralmente eseguito – Accertamento del carattere abusivo delle clausole contrattuali – Azione di ripetizione delle somme indebitamente pagate in forza di una clausola abusiva – Modalità giudiziarie – Azione ordinaria imprescrittibile – Azione ordinaria avente carattere personale e patrimoniale, soggetta a prescrizione – Dies a quo del termine di prescrizione – Momento oggettivo della conoscenza, da parte del consumatore, dell’esistenza di una clausola abusiva)

Lingua processuale: il rumeno

Giudice del rinvio

Tribunalul Specializat Mureş

Parti

Ricorrenti: SC Raiffeisen Bank SA (C-698/18), BRD Groupe Société Générale SA (C‑699/18)

Convenuti: JB (C-698/18), KC (C‑699/18)

Dispositivo

L’articolo 2, lettera b), l’articolo 6, paragrafo 1, e l’articolo 7, paragrafo 1, della direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, devono essere interpretati nel senso che essi non ostano a una normativa nazionale che, pur prevedendo il carattere imprescrittibile dell’azione diretta ad accertare la nullità di una clausola abusiva contenuta in un contratto stipulato tra un professionista e un consumatore, assoggetta a un termine di prescrizione l’azione diretta a far valere gli effetti restitutori di tale accertamento, sempreché tale termine non sia meno favorevole rispetto a quello relativo a ricorsi analoghi di natura interna (principio di equivalenza) e non renda praticamente impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio dei diritti conferiti dall’ordinamento giuridico dell’Unione, in particolare dalla direttiva 93/13 (principio di effettività).

L’articolo 2, lettera b), l’articolo 6, paragrafo 1, e l’articolo 7, paragrafo 1, della direttiva 93/13, nonché i principi di equivalenza, di effettività e di certezza del diritto devono essere interpretati nel senso che essi ostano a un’interpretazione giurisdizionale della normativa nazionale secondo la quale l’azione in giudizio per la ripetizione delle somme indebitamente pagate in forza di una clausola abusiva contenuta in un contratto stipulato tra un consumatore e un professionista è assoggettata a un termine di prescrizione di tre anni che decorre dalla data dell’esecuzione integrale di tale contratto, qualora si presuma, senza che sia necessario verificarlo, che, a tale data, il consumatore avrebbe dovuto avere conoscenza del carattere abusivo della clausola di cui trattasi o qualora, per azioni analoghe, fondate su determinate disposizioni del diritto interno, tale stesso termine inizi a decorrere soltanto a partire dall’accertamento giudiziale della causa di tali azioni.

3)    La Corte di giustizia dell’Unione europea non è competente a rispondere alle questioni poste dal Tribunalul Specializat Mureş (Tribunale superiore specializzato di Mureş, Romania) nella sua decisione del 12 giugno 2018, nell’ambito della causa C-699/18.

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1 GU C 54 dell’11.2.2019.