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Impugnazione proposta il 29 luglio 2015 dalla Stichting Woonpunt e a. avverso l’ordinanza del Tribunale (Settima Sezione) del 12 maggio 2015, causa T-203/10 RENV, Stichting Woonpunt e a. / Commissione europea

(Causa C-415/15 P)

Lingua processuale: il neerlandese

Parti

Ricorrenti: Stichting Woonpunt e a., Stichting Havensteder, già Stichting Com.wonen, Woningstichting Haag Wonen, Stichting Woonbedrijf SWS.Hhvl (rappresentanti: P. Glazener, avvocato, e L. Hancher, professore)

Altre parti nel procedimento: Commissione europea, Regno del Belgio, Vereniging van Institutionele Beleggers in Vastgoed, Nederland (IVBN)

Conclusioni delle ricorrenti

Le ricorrenti chiedono che la Corte voglia:

annullare in tutto o in parte l’ordinanza [del Tribunale (Settima Sezione) del 12 maggio 2015, causa T-203/10 RENV] conformemente ai motivi di impugnazione dedotti;

rinviare la causa al Tribunale affinché proceda ad una nuova valutazione che tenga conto del giudizio della Corte;

condannare la Commissione alle spese del presente procedimento nonché alle spese del procedimento dinanzi al Tribunale.

Motivi e principali argomenti

Con il primo motivo si fa valere che il Tribunale ha violato il diritto dell’Unione, ha valutato in maniera non corretta i fatti rilevanti e non ha sufficientemente motivato la sentenza, avendo concluso che le censure delle ricorrenti erano in realtà dirette contro la comunicazione ai sensi dell’articolo 17 e che il controllo del Tribunale non si poteva estendere a quest’ultima. Con la sua decisione, il Tribunale non riconoscerebbe che, come risulta dall’articolo 108, punto1, TFUE, gli effetti giuridici della decisione devono essere giustificati dal fatto che la precedente situazione non era compatibile con il Trattato. Il Tribunale non avrebbe interpretato correttamente la sentenza TF1, deducendone che il proprio esame della decisione impugnata dovesse limitarsi alla questione se la Commissione avesse valutato in maniera corretta la compatibilità dell’attuale regime di aiuti, come modificato in seguito agli obblighi assunti dal Regno dei Paesi Bassi.

Con il secondo motivo si fa valere che il Tribunale ha violato il diritto dell’Unione, ha valutato in maniera non corretta i fatti rilevanti e non ha sufficientemente motivato l’ordinanza, avendo concluso che le opportune misure proposte dalla Commissione non erano soggette a un controllo da parte del Tribunale, dal momento che rappresentavano solo delle proposte e che sono divenute vincolanti solo dopo essere state accettate dalle autorità olandesi.

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