Language of document : ECLI:EU:C:2017:126

SENTENZA DELLA CORTE (Quinta Sezione)

16 febbraio 2017 (*)

«Rinvio pregiudiziale – Articolo 267 TFUE – Cancelliere – Nozione di “giurisdizione nazionale” – Giurisdizione obbligatoria – Esercizio di funzioni giurisdizionali – Indipendenza – Incompetenza della Corte»

Nella causa C‑503/15,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa, Spagna), con decisione del 17 settembre 2015, pervenuta in cancelleria il 23 settembre 2015, nel procedimento

Ramón Margarit Panicello

contro

Pilar Hernández Martínez,

LA CORTE (Quinta Sezione),

composta da J.L. da Cruz Vilaça, presidente di sezione, A. Tizzano (relatore), vicepresidente della Corte, M. Berger, A. Borg Barthet e F. Biltgen, giudici,

avvocato generale: J. Kokott

cancelliere: K. Malacek, amministratore

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 13 luglio 2016,

considerate le osservazioni presentate:

–        per Margarit Panicello, da L. Rodríguez Soria, abogada;

–        per il governo spagnolo, da M.J. García-Valdecasas Dorrego e A. Rubio González, in qualità di agenti;

–        per la Commissione europea, da J. Baquero Cruz e D. Roussanov, in qualità di agenti,

sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza del 15 settembre 2016,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1        La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione della nozione di «giurisdizione» ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dell’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (in prosieguo: la «Carta»), nonché della direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (GU 1993, L 95, pag. 29), e della direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori nel mercato interno e che modifica la direttiva 84/450/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE, 98/27/CE e 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 2006/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio («direttiva sulle pratiche commerciali sleali») (GU 2005, L 149, pag. 22).

2        Tale domanda è stata presentata nel contesto di una controversia tra l’avvocato Ramón Margarit Panicello, e la sig.ra Pilar Hernández Martínez, sua cliente, relativa agli onorari dovuti per i servizi giuridici forniti a quest’ultima in un procedimento relativo all’affidamento di minori.

 Contesto normativo

 Diritto dell’Unione

 Direttiva 93/13

3        L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 93/13 stabilisce quanto segue:

«Gli Stati membri prevedono che le clausole abusive contenute in un contratto stipulato fra un consumatore ed un professionista non vincolano il consumatore, alle condizioni stabilite dalle loro legislazioni nazionali, e che il contratto resti vincolante per le parti secondo i medesimi termini, sempre che esso possa sussistere senza le clausole abusive».

4        Ai sensi dell’articolo 7 di tale direttiva:

«1.      Gli Stati membri, nell’interesse dei consumatori e dei concorrenti professionali, provvedono a fornire mezzi adeguati ed efficaci per far cessare l’inserzione di clausole abusive nei contratti stipulati tra un professionista e dei consumatori.

2.      I mezzi di cui al paragrafo 1 comprendono disposizioni che permettano a persone o organizzazioni, che a norma del diritto nazionale abbiano un interesse legittimo a tutelare i consumatori, di adire, a seconda del diritto nazionale, le autorità giudiziarie o gli organi amministrativi competenti affinché stabiliscano se le clausole contrattuali, redatte per un impiego generalizzato, abbiano carattere abusivo ed applichino mezzi adeguati ed efficaci per far cessare l’inserzione di siffatte clausole.

(…)».

 Direttiva 2005/29

5        L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 2005/29 così dispone:

«È considerata ingannevole una pratica commerciale che contenga informazioni false e sia pertanto non veritiera o in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, inganni o possa ingannare il consumatore medio, anche se l’informazione è di fatto corretta, riguardo a uno o più dei seguenti elementi e in ogni caso lo induca o sia idonea a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso:

(…)

d)      il prezzo o il modo in cui questo è calcolato o l’esistenza di uno specifico vantaggio quanto al prezzo;

(…)».

6        L’articolo 11, paragrafo 1, di detta direttiva così recita:

«Gli Stati membri assicurano che esistano mezzi adeguati ed efficaci per combattere le pratiche commerciali sleali al fine di garantire l’osservanza delle disposizioni della presente direttiva nell’interesse dei consumatori.

(…)».

7        L’articolo 12 di detta direttiva prevede quanto segue:

«Gli Stati membri attribuiscono agli organi giurisdizionali o amministrativi il potere, in un procedimento civile o amministrativo di cui all’articolo 11:

a)      di esigere che il professionista fornisca prove sull’esattezza delle allegazioni fattuali connesse alla pratica commerciale se, tenuto conto degli interessi legittimi del professionista e di qualsiasi altra parte nel procedimento, tale esigenza risulti giustificata, date le circostanze del caso specifico;

e

b)      di considerare inesatte le allegazioni fattuali, se le prove richieste conformemente alla lettera a) non siano state fornite o siano ritenute insufficienti dall’organo giurisdizionale o amministrativo».

 Diritto spagnolo

 La LOPJ

8        La Ley Orgánica 6/1985 del Poder Judicial (legge organica 6/85 sul potere giudiziario), del 1o luglio 1985 (BOE n. 157, del 2 luglio 1985, pag. 20632), come modificata dalla Ley Orgánica 19/2003 (legge organica 19/2003), del 23 dicembre 2003 (BOE n. 309, del 26 dicembre 2003, pag. 46025) (in prosieguo: la «LOPJ»), definisce la disciplina giuridica e il contenuto delle funzioni del Secretario Judicial (cancelliere), denominato «Letrado de la administración de la justicia» in esito all’adozione della Ley Orgánica 7/2015 (legge organica 7/2015), del 21 luglio 2015 (BOE n. 174, del 22 luglio 2015, pag. 61593).

9        Ai sensi dell’articolo 440 della LOPJ, i Secretarios Judiciales (cancellieri) «sono funzionari pubblici che fanno parte di un corpo giuridico superiore, unico, di ordine nazionale, alle dipendenze dell’amministrazione della giustizia, dipendenti dal Ministero della Giustizia e che esercitano le loro funzioni quali autorità (…)».

10      L’articolo 446, paragrafo 1, della LOPJ, che disciplina le cause di astensione e di ricusazione, prevede che i Secretarios Judiciales (cancellieri) «devono astenersi nei casi previsti per i giudici e i magistrati e possono essere oggetto di ricusazione se non agiscono in tal senso».

11      L’articolo 452, paragrafo 1, della LOPJ definisce le attribuzioni dei Secretarios Judiciales (cancellieri) come segue:

«I Secretarios Judiciales esercitano le loro funzioni in ogni caso nel rispetto dei principi di legalità e imparzialità, dei principi di autonomia e di indipendenza nell’esercizio delle loro funzioni in materia di fede pubblica, nonché dei principi di unità d’azione e di subordinazione gerarchica nell’esercizio di tutte le altre funzioni che ad essi incombono in forza della presente legge, delle relative disposizioni di procedura nonché del regolamento organico al quale sono assoggettati. Le funzioni dei Secretarios Judiciales non possono essere delegate o attribuite, fatto salvo l’articolo 451, paragrafo 3».

12      L’articolo 465 della LOPJ prevede quanto segue:

«È di competenza dei Secretarios de Gobierno:

(…)

6.      Impartire istruzioni ai Secretarios Judiciales del loro rispettivo territorio (…).

(…)

8.      Emettere circolari ed istruzioni di servizio ai Secretarios Judiciales del loro territorio (…). Essi non possono (…) impartire istruzioni particolari relative a specifiche controversie nell’ambito delle quali un Secretario Judicial interviene a fini di autenticazione o nell’espletamento dei suoi poteri di organizzazione e direzione del procedimento».

13      L’articolo 467 della LOPJ è redatto nei seguenti termini:

«Direttamente assoggettato all’autorità del Secretario de Gobierno, il Secretario Coordinador esercita le seguenti funzioni (…):

1.      Impartisce istruzioni ai Secretarios Judiciales del suo territorio per il corretto funzionamento dei servizi ad essi affidati.

2.      Verifica la corretta esecuzione delle circolari e delle istruzioni impartite dal Secretario de Gobierno dal quale dipende».

 Regio decreto 1608/2005

14      Il Real Decreto 1608/2005 por el que se aprueba el Reglamento Orgánico del Cuerpo de Secretarios Judiciales (regio decreto 1608/2005 di approvazione del regolamento organico dei Secretarios Judiciales) del 30 dicembre 2005 (BOE n. 17, del 20 gennaio 2006, pag. 2527), disciplina anch’esso il regime giuridico dei Secretarios Judiciales (cancellieri).

15      L’articolo 3, paragrafi 2 e 3, di detto regio decreto così recita:

«2)      [I Secretarios Judiciales] rispettano i principi di autonomia e indipendenza nell’esercizio delle funzioni in materia di fede pubblica.

3)      Nell’esercizio delle funzioni di direzione (…) dell’ufficio giudiziario e di tutte le altre che sono loro attribuite dalla legge organica relativa al potere giudiziario e dal presente regolamento, escluse quelle indicate al punto precedente, essi agiscono nel rispetto dei principi di unità di azione e di gerarchia (…)».

16      L’articolo 16 di detto regio decreto dispone quanto segue:

«I Secretarios de Gobierno possiedono le seguenti competenze nel loro effettivo ambito di azione:

(…)

g)      Impartire istruzioni ai Secretarios Judiciales del loro rispettivo territorio (…)

h)      Emettere circolari ed istruzioni di servizio ai Secretarios Judiciales del loro territorio (…). Essi non possono (…) impartire istruzioni particolari relative a specifiche controversie nell’ambito delle quali un Secretario Judicial interviene come pubblico ufficiale o nell’espletamento dei suoi poteri di organizzazione e direzione del procedimento.

(…)».

 La LEC

17      L’azione per il pagamento degli onorari è disciplinata dalla Ley 1/2000 de Enjuiciamento Civil (legge 1/2000 recante il codice di procedura civile), del 7 gennaio 2000 (BOE n. 7, dell’8 gennaio 2000, pag. 575; in prosieguo: la «LEC»). In esito alla riforma introdotta dalla Ley 13/2009 de reforma de la legislación procesal para la implantación de la nueva Oficina judicial (legge 13/2009 recante riforma della legge processuale ai fini dell’attuazione della nuova cancelleria), del 3 novembre 2009 (BOE n. 266, del 4 novembre 2009, pag. 92103), che è entrata in vigore il 4 maggio 2010, la competenza esclusiva per decidere in proposito è stata attribuita al Secretario Judicial (cancelliere).

18      In particolare, l’articolo 34 della LEC, relativo alle «Parcelle del procuratore», ai paragrafi 1 e 2 prevede quanto segue:

«1.      Quando un procuratore deve chiedere al proprio committente moroso il pagamento degli importi dovuti da quest’ultimo per i diritti e per le spese sostenuti per la causa, potrà presentare dinanzi al Secretario Judicial del luogo in cui quest’ultimo è domiciliato una parcella dettagliata e motivata, dichiarando che gli importi che risultano dalla stessa e di cui egli chiede il pagamento gli sono dovuti e sono insoluti (…).

2.      A seguito della presentazione della parcella, il Secretario Judicial chiederà al committente il pagamento di detta somma, oltre le spese, o di impugnare la parcella, nel termine di dieci giorni. In difetto di pagamento o di impugnazione, si procederà in via esecutiva.

Se, nel suddetto termine, il committente si oppone, il Secretario Judicial esaminerà la parcella e gli atti processuali, nonché la documentazione depositata ed emetterà, nel termine di dieci giorni, una decisione motivata, stabilendo l’importo da corrispondere al procuratore. In difetto di pagamento entro cinque giorni dalla notifica, si procederà in via esecutiva.

La decisione motivata cui si riferisce il precedente comma non è impugnabile, ma non pregiudica in alcun modo la sentenza eventualmente pronunciata in un giudizio ordinario successivo».

19      L’articolo 35 della LEC, rubricato «Onorari dell’avvocato», dispone quanto segue:

«1.      Gli avvocati potranno chiedere alla parte che difendono il pagamento degli onorari dovuti per la causa, presentando una nota dettagliata e dichiarando formalmente che tali onorari sono loro dovuti e sono insoluti.

2.      A seguito della presentazione di tale domanda, il Secretario Judicial chiede al debitore il pagamento di detta somma, oltre le spese, o di contestare la parcella, nel termine di dieci giorni. In difetto di pagamento o di impugnazione, si procederà in via esecutiva.

Se, entro il suddetto termine, gli onorari sono impugnati in quanto non dovuti, si applicherà quanto disposto dall’articolo 34, paragrafo 2, secondo e terzo comma.

Se gli onorari sono impugnati in quanto eccessivi, si effettuerà preliminarmente il calcolo degli stessi ai sensi dell’articolo 241 e seguenti, salvo che l’avvocato non provi l’esistenza di un preventivo scritto accettato dall’autore della contestazione, e sarà emessa una decisione motivata che stabilisca la somma dovuta. In difetto di pagamento entro cinque giorni dalla notifica, si procederà in via esecutiva.

Detta decisione motivata non è impugnabile, ma non pregiudica in alcun modo la sentenza eventualmente pronunciata in un giudizio ordinario successivo.

3.      Nel caso in cui il debitore degli onorari non si opponga nel termine stabilito, si procederà con l’esecuzione per l’importo cui ammonta la nota, oltre le spese».

 Procedimento principale e questioni pregiudiziali

20      Dalla decisione di rinvio risulta che, per essere difesa in un procedimento relativo all’affidamento dei figli, pendente dal 2013 dinanzi al Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa, Spagna), la sig.ra Hernández Martínez si rivolgeva all’avvocato Margarit Panicello.

21      Il 27 luglio 2015, l’avv. Margarit Panicello presentava dinanzi a detto giudice un’azione contro la sig.ra Hernández Martínez, relativa al pagamento degli onorari per un importo pari a EUR 1 095,90.

22      Il Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa), competente a decidere su tale azione ai sensi dell’articolo 35 della LEC, pur rilevando che non risulta che l’avv. Margarit Panicello abbia informato la sig.ra Hernández Martínez della tariffa approssimativa dei suoi servizi prima di ricevere il mandato, osserva tuttavia che la procedura applicabile, da una parte, non gli consente di controllare d’ufficio l’esistenza di eventuali clausole abusive nel contratto concluso tra l’avvocato e il suo cliente o di pratiche commerciali sleali di detto professionista quanto alla previa informazione in ordine alla tariffa presunta dei suoi servizi e, dall’altra, limita la possibilità, per il cliente convenuto, di produrre elementi di prova che non siano documenti giustificativi o perizie per contestare l’importo richiesto.

23      Pertanto, il Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa) s’interroga in ordine alla compatibilità di tale procedimento con le direttive 93/13 e 2005/29. Del pari, esprime le proprie perplessità quanto alla conformità di detto procedimento con l’articolo 47 della Carta, ove la decisione motivata che adotta per definire l’azione di pagamento degli onorari, se il debitore non esegue volontariamente il pagamento dell’importo richiesto e formula una contestazione, non è impugnabile con un ricorso giurisdizionale ma consente all’avvocato di chiedere direttamente l’esecuzione per la somma stabilita.

24      In tale contesto, per verificare se è legittimato a presentare alla Corte una domanda di pronuncia pregiudiziale, il Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa) si interroga anche, in limine, sul punto se possa essere qualificato come «giurisdizione», ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dato che, nel diritto interno, come risulta dall’articolo 440 de la LOPJ, è un semplice funzionario al servizio dell’amministrazione della giustizia, alle dipendenze del Ministero della Giustizia, e i procedimenti nei quali esercita le sue funzioni sono stati qualificati come procedimenti amministrativi, e non giurisdizionali, dal Tribunal de Conflictos de Jurisdicción (Giudice dei conflitti di attribuzione, Spagna) nella sentenza n. 4/2011 del 28 settembre 2011, quanto all’azione per il pagamento degli onorari, nonché dal Tribunal Constitucional (Corte costituzionale, Spagna) nell’ordinanza n. 163/2013, del 9 settembre 2013, e nella sentenza n. 58/2016, del 17 marzo 2016, relative alla Ley 29/1998 reguladora de la Jurisdicción Contencioso-administrativa (legge 29/1998 sulla giurisdizione del contenzioso amministrativo), del 13 luglio 1998 (BOE n. 167, del 14 luglio 1998, pag. 23516).

25      In tale contesto, il Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa) ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1)      Se gli articoli 34, 35, 207, paragrafi da 2 a 4, della [LEC], che disciplinano il procedimento d’ingiunzione di pagamento degli onorari, siano in contrasto con l’articolo 47 della [Carta] in quanto precludono la possibilità del sindacato giurisdizionale.

In caso affermativo:

Se il Secretario Judicial [(cancelliere)], nell’ambito del procedimento di cui agli articoli 34 e 35 della [LEC], sia una “giurisdizione”, ai sensi dell’articolo 267 TFUE.

2)      Se gli articoli 34 e 35 della [LEC] siano in contrasto con gli articoli 6, paragrafo 1, e 7, paragrafo 2, della direttiva 93/13 nonché con gli articoli 6, paragrafo 1, lettera d), 11 e 12 della direttiva 2005/29, in quanto escludono il controllo d’ufficio delle eventuali clausole abusive o pratiche commerciali sleali contenute nei contratti stipulati tra avvocati e persone fisiche che agiscono con fini che esulano dalla loro attività professionale.

3)      Se gli articoli 34 e 35 della [LEC] siano in contrasto con gli articoli 6, paragrafo 1, e 7, paragrafo 2, nonché con il [punto 1, lettera q), dell’allegato] della direttiva 93/13, in quanto impediscono la produzione di prove nel procedimento amministrativo di ingiunzione di pagamento degli onorari ai fini della decisione della questione sollevata».

 Sulle questioni pregiudiziali

26      In limine, occorre esaminare, come richiesto nell’ambito della prima questione, se un Secretario Judicial (cancelliere) costituisca una «giurisdizione» ai sensi dell’articolo 267 TFUE e se, pertanto, sia legittimato a presentare una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte.

27      A tale riguardo va ricordato che, secondo giurisprudenza costante, per valutare se un organo remittente costituisca una «giurisdizione» ai sensi dell’articolo 267 TFUE, questione unicamente di diritto dell’Unione, la Corte tiene conto di un insieme di elementi, quali il fondamento legale dell’organo, il suo carattere permanente, l’obbligatorietà della sua giurisdizione, la natura contraddittoria del procedimento, il fatto che l’organo applichi norme giuridiche e che sia indipendente (v., segnatamente, sentenze del 17 luglio 2014, Torresi, C‑58/13 e C‑59/13, EU:C:2014:2088, punto 17, nonché del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 17).

28      Inoltre, per stabilire se un organo nazionale cui la legge affida funzioni di natura diversa debba essere qualificato come «giurisdizione» ai sensi dell’articolo 267 TFUE, è necessario accertare quale sia la natura specifica delle funzioni, giurisdizionali o amministrative, che esso esercita nel particolare contesto normativo in cui è indotto a rivolgersi alla Corte, per verificare se sia pendente una lite dinanzi a tale organo e se quest’ultimo sia stato chiamato a statuire nell’ambito di un procedimento destinato a risolversi in una pronuncia di carattere giurisdizionale (v., in tal senso, sentenza del 17 luglio 2014, Torresi, C‑58/13 e C‑59/13, EU:C:2014:2088, punto 19 e giurisprudenza citata).

29      Nel procedimento principale, dal fascicolo di cui dispone la Corte risulta che il Secretario Judicial (cancelliere), ai sensi dell’articolo 440 della LOPJ, è un pubblico funzionario appartenente a un corpo giuridico superiore unico, nazionale, al servizio dell’amministrazione della giustizia e dipendente dal Ministero della Giustizia.

30      A seguito della riforma introdotta dalla legge 13/2009, il legislatore spagnolo ha attribuito al Secretario Judicial (cancelliere) la competenza esclusiva quanto alle azioni in materia di pagamento di onorari, come quella oggetto del procedimento principale, disciplinate dagli articoli 34 e 35 della LEC, che sono intese a garantire ai procuratori e agli avvocati il riconoscimento rapido dell’esigibilità di taluni emolumenti specifici e il rilascio di un titolo esecutivo che ne consenta la riscossione immediata, quando i procuratori e gli avvocati producono i documenti che dimostrano con evidenza la fondatezza e l’importo degli onorari non pagati.

31      Nella specie, per quanto riguarda, anzitutto, il carattere «obbligatorio» della giurisdizione dell’organo remittente, occorre rilevare che esso, in linea di principio, manca, dato che la competenza del Secretario Judicial (cancelliere) quanto all’azione relativa al pagamento degli onorari, ai sensi degli articoli 34 e 35 della LEC, presenta un carattere meramente incidentale e facoltativo. Infatti, un procuratore o un avvocato possono introdurre tale azione solo per reclamare gli emolumenti relativi a un procedimento giurisdizionale principale già concluso in cui hanno operato per il loro cliente. Inoltre, per riscuotere tali emolumenti, non hanno alcun obbligo, né in diritto né in fatto, di proporre una tale azione, e possono, al contrario, scegliere liberamente tra l’azione in parola e un procedimento giurisdizionale di cognizione o di ingiunzione di pagamento.

32      Certamente la Corte ha avuto modo di statuire, in alcune circostanze, su questioni pregiudiziali che le erano state sottoposte da organi remittenti la cui competenza, pur avendo carattere facoltativo, non dipendeva, tuttavia, dall’accordo delle parti e le cui decisioni erano vincolanti per queste ultime, proprio come nel caso del Secretario Judicial (cancelliere) nel contesto delle azioni per il pagamento degli onorari (v. ordinanza del 13 febbraio 2014, Merck Canada, C‑555/13, EU:C:2014:92, punto 18 e giurisprudenza citata; sentenze del 12 giugno 2014, Ascendi Beiras Litoral e Alta, Auto Estradas das Beiras Litoral e Alta, C‑377/13, EU:C:2014:1754, punto 28, nonché del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 23).

33      Tuttavia, è pacifico che questi organi di rinvio, qualificati come «giurisdizione», ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dalla Corte, esercitassero le loro funzioni, conformemente all’esigenza menzionata al punto 28 della presente sentenza, nel contesto di procedimenti che possiedono un carattere pienamente giurisdizionale.

34      Orbene, questo non si verifica riguardo al pagamento degli onorari oggetto del procedimento principale, in quanto, ai sensi dell’articolo 34, paragrafo 2, e dell’articolo 35, paragrafo 2, della LEC, tale azione si colloca a margine del sistema giurisdizionale nazionale. Infatti, da una parte, la proposizione di tale azione non osta, a causa della litispendenza, alla possibilità di adire autonomamente un giudice ordinario in un procedimento di cognizione o di ingiunzione di pagamento e non costituisce un motivo di irricevibilità dei motivi che possono essere sollevati, parallelamente o successivamente, dinanzi a tale giudice e, d’altra parte, la pronuncia motivata che decide in ordine a tale azione si accosta a una decisione di tipo amministrativo, poiché, pur essendo definitiva, immediatamente esecutiva e senza possibilità di alcun ricorso giurisdizionale, non le si possono riconoscere le caratteristiche di una decisione giurisdizionale, segnatamente l’autorità della cosa giudicata (v., per analogia, sentenza del 19 dicembre 2012, Epitropos tou Elegktikou Synedriou, C‑363/11, EU:C:2012:825, punti 27 e 28).

35      Da queste considerazioni discende che, come indicato dall’organo remittente nella sua terza questione e come statuito dal Tribunal Constitucional (Corte costituzionale) nella sentenza n. 58/2016, del 17 marzo 2016, un’azione relativa al pagamento degli onorari come quella oggetto del procedimento principale ricade in un procedimento di carattere amministrativo, nel contesto del quale non può ritenersi che il Secretario Judicial eserciti una funzione giurisdizionale.

36      In tale contesto, d’altronde, occorre rilevare che il Secretario Judicial (cancelliere) non soddisfa nemmeno il criterio dell’indipendenza menzionato al punto 27 della presente sentenza.

37      A tal riguardo, occorre ricordare che il requisito dell’indipendenza di un organo remittente presenta due aspetti. Il primo aspetto, esterno, presuppone che l’organo eserciti le proprie funzioni in piena autonomia, senza vincoli gerarchici o di subordinazione nei confronti di alcuno e senza ricevere ordini o istruzioni da alcuna fonte (v. sentenze del 17 luglio 2014, Torresi, C‑58/13 e C‑59/13, EU:C:2014:2088, punto 22, nonché del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 19), essendo quindi tutelato da interventi o pressioni dall’esterno idonei a mettere a rischio l’indipendenza di giudizio dei suoi membri quanto alle liti ad essi sottoposte (v. sentenze del 19 settembre 2006, Wilson, C‑506/04, EU:C:2006:587, punto 51; del 9 ottobre 2014, TDC, C‑222/13, EU:C:2014:2265, punto 30, nonché del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 19).

38      Il secondo aspetto, avente carattere interno, si ricollega alla nozione di imparzialità e riguarda l’equidistanza rispetto alle parti della controversia ed ai loro rispettivi interessi concernenti l’oggetto di quest’ultima. Questo aspetto impone il rispetto dell’obiettività e l’assenza di qualsivoglia interesse nella soluzione da dare alla controversia all’infuori della stretta applicazione della norma giuridica (v., segnatamente, sentenze del 19 settembre 2006, Wilson, C‑506/04, EU:C:2006:587, punto 52; del 9 ottobre 2014, TDC, C‑222/13, EU:C:2014:2265, punto 31, e del 6 ottobre 2015, Consorci Sanitari del Maresme, C‑203/14, EU:C:2015:664, punto 20).

39      Nella specie, è pur vero che il Secretario Judicial (cancelliere), nello svolgimento dell’esame delle azioni relative al pagamento degli onorari, soddisfa il requisito di indipendenza considerato sotto il suo profilo interno, in quanto adempie i suoi incarichi nel pieno rispetto dell’oggettività e dell’imparzialità rispetto alle parti della lite e ad i loro rispettivi interessi nella lite stesa.

40      Tuttavia, è parimenti pacifico che, in tale esame, il Secretario Judicial (cancelliere) non soddisfa tale requisito considerato sotto il profilo esterno, che richiede l’assenza di un legame gerarchico o di subordinazione nei confronti di qualsivoglia entità che possa impartirgli ordini o istruzioni.

41      Infatti, come rilevato dal governo spagnolo nelle sue osservazioni scritte e orali, dalla lettura dell’articolo 452, paragrafo 1, dell’articolo 465, paragrafi 6 e 8, e dell’articolo 467 della LOPJ, nonché dell’articolo 3 e dell’articolo 16, lettera h), del regio decreto 1608/2005 si evince che, nell’esercizio dell’insieme delle sue funzioni, il Secretario Judicial riceve, ed è tenuto a rispettare, le istruzioni del suo superiore gerarchico, salvo quando esercita le competenze relative alla fede pubblica, vale a dire nell’autenticazione dei documenti e degli atti di causa nonché nella certificazione di fatti che producono effetti processuali, o quando adotta atti di organizzazione e di direzione del procedimento. Risulta in tal modo dal fascicolo a disposizione della Corte che, allo stato attuale della legislazione spagnola, il Secretario Judicial (cancelliere) è chiamato a intervenire nell’azione relativa al pagamento degli onorari oggetto del procedimento principale nel rispetto dei principi di unità di azione e di subordinazione gerarchica.

42      Risulta da tutte le suesposte considerazioni che, nel contesto dell’azione relativa al pagamento degli onorari oggetto del procedimento principale, il Secretario Judicial (cancelliere) non costituisce una «giurisdizione», ai sensi dell’articolo 267 TFUE, senza che occorra esaminare se detto organo soddisfi gli altri criteri, elencati al punto 27 della presente sentenza, che consentono di valutare tale aspetto. Il Secretario Judicial (cancelliere), conseguentemente, non è legittimato a presentare una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte. Pertanto, è al giudice investito dell’esecuzione dell’ingiunzione di pagamento per la somma dovuta – che è tenuto a valutare, eventualmente d’ufficio, l’eventuale carattere abusivo di una clausola contrattuale inserita nel contratto stipulato tra un procuratore o un avvocato e il suo cliente (v., in tal senso, sentenze del 1o ottobre 2015, ERSTE Bank Hungary, C‑32/14, EU:C:2015:637, punto 59, e del 18 febbraio 2016, Finanmadrid EFC, C‑49/14, EU:C:2016:98, punto 55) –, che spetterà, eventualmente, sottoporre una siffatta domanda alla Corte.

43      Si deve quindi affermare che la Corte non è competente a rispondere alla questione pregiudiziale formulata dal Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa, Spagna).

 Sulle spese

44      Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi all’organo remittente, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

Per questi motivi, la Corte (Quinta Sezione) dichiara:

La Corte di giustizia dell’Unione europea non è competente a rispondere alle questioni poste dal Secretario Judicial del Juzgado de Violencia sobre la Mujer Único de Terrassa (Cancelliere del Giudice Unico competente in materia di violenza sulle donne, Terrassa, Spagna).

Firme


** Lingua processuale: lo spagnolo.