Il diritto comunitario, anche se prevede che l'etichettatura dei prodotti alimentari non deve indurre in errore l'acquirente o il consumatore, osta agli aspetti della normativa francese che impone il ricorso alla sola lingua francese per le diciture di etichettatura
Il signor Yannick GEFFROY lavora come acquirente presso il gruppo francese CASINO.
A seguito di un controllo effettuato dalla Direction de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes di Puy-de-Dôme il 5 giugno 1996, presso l'ipermercato GEANT (gruppo CASINO) di Clermont-Ferrand, il signor GEFFROY veniva condannato dal Tribunal de police di Saint-Étienne al pagamento di 506 ammende per violazione della normativa francese concernente l'etichettatura dei prodotti alimentari (501 ammende di FRF 50 e 5 ammende di FRF 2 000). CASINO veniva dichiarato civilmente responsabile.
Quanto accertato dalla Direction de la concurrence riguardava i seguenti fatti:
La Cour d'appel di Lione, investita della causa, chiede alla Corte di giustizia delle Comunità europee di pronunciarsi sulla compatibilità con il diritto comunitario della normativa francese avente ad oggetto l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari.
Il diritto comunitario prevede, in effetti, che l'etichettatura e le modalità secondo le quali essa è realizzata non devono essere tali da indurre in errore l'acquirente, in particolare quanto alle caratteristiche del prodotto alimentare considerato (natura, qualità, composizione, quantità, conservazione, origine o provenienza, modalità di fabbricazione od ottenimento di quest'ultima).
La Corte ricorda che non è suo compito statuire sulla questione se l'etichettatura di taluni prodotti induca o meno in errore il consumatore. Ricorda che questo compito spetta al giudice nazionale. Essa può tuttavia apportare qualche precisione al fine di guidare quest'ultimo nella sua pronuncia.
Ciò premesso, la Corte considera, anzitutto, che il fatto che la composizione di bevande alcoliche a base di mele, fabbricate e smerciate legittimamente in uno Stato membro con la denominazione "cider", non sia conforme a quanto prescritto dalla normativa di un altro Stato membro per la produzione di sidro, di per sé non è sufficiente a vietare la loro vendita in quest'ultimo Stato con la denominazione "cidre", solo perché l'uso di questa denominazione indurrebbe in errore il consumatore.
La Corte ricorda infatti le condizioni alle quali gli Stati membri possono esigere la modifica della denominazione di un prodotto alimentare: il prodotto considerato dev'essere diverso, dal punto di vista della sua composizione o della sua fabbricazione, dalle merci generalmente conosciute con la stessa denominazione in seno alla Comunità. Per differenze meno rilevanti, un'etichettatura adeguata dev'essere sufficiente.
Quanto ai requisiti linguistici della normativa francese, la Corte ricorda la sua precedente giurisprudenza, in base alla quale il diritto comunitario osta:
Per contro, una normativa che prevede l'uso di una lingua determinata per l'etichettatura, ma che consente l'uso di un'altra lingua facilmente compresa dagli acquirenti, è conforme al diritto comunitario.
La Corte considera, di conseguenza, che la normativa francese, che impone l'uso di una lingua determinata per l'etichettatura dei prodotti alimentari, senza consentire la possibilità di usare un'altra lingua facilmente compresa dagli acquirenti o di garantire la loro informazione con altre misure, non è conforme al diritto comunitario.
N.B.: L'attenzione del lettore è attirata sul fatto che la Corte interpreta il diritto comunitario in vigore all'epoca dei fatti. Le disposizioni considerate della direttiva 79/112 sono state poi modificate (mediante una direttiva del gennaio 1997).
Documento non ufficiale ad uso degli organi d'informazione, che non impegna la Corte di giustizia. Lingue disponibili: francese, inglese, tedesco, greco, spagnolo, italiano.
Per il testo integrale della sentenza consultare la nostra pagina Internet www.curia.eu.int verso le ore 15 di oggi.
Per maggiori informazioni rivolgersi al dott. Gaëtan Torris, tel: (00352) 4303 2582 fax: (00352) 4303 2734.