Ricorso proposto il 4 giugno 2013 – Tameio Pronias Prosopikou Trapezis Kiprou / Commissione e Banca centrale europea
(Causa T-328/13)
Lingua processuale: il greco
Parti
Ricorrente: Tameio Pronias Prosopikou Trapezis (Levkosia, Cipro) (rappresentanti : E. Efstathiou, K. Efstathiou, K. Liasidou, avvocati)
Convenute: Banca centrale europea e Commissione europea
Conclusioni
La ricorrente chiede che il Tribunale voglia:
dichiarare il suo ricorso ricevibile e fondato;
annullare la decisione dell’Eurogruppo del 25 marzo 2013, diventata definitiva con la decisione del governatore della Banca centrale di Cipro, in qualità di esponente e/o rappresentante del Sistema europeo delle banche centrali della Banca centrale europea, del 29 marzo 2013, KDP [kanonistiki diokitiki praxi; atto regolamentare] 104/2013, con cui è stata decisa la “vendita di determinati prodotti” della Cyprus Popular Bank Public Co Ltd e la quale costituisce in sostanza una decisione comune della Banca centrale europea e della Commissione europea;
in subordine , dichiarare che la decisione dell’Eurogruppo, menzionata supra, costituisce in sostanza una decisione della Banca centrale europea e/o una decisione adottata congiuntamente con la Commissione europea qualsivoglia sia la sua forma.
condannare la Banca centrale europea e/o la Commissione europea alle spese del presente procedimento.
Motivi e principali argomenti
A sostegno del ricorso, la ricorrente deduce quattro motivi.
Primo motivo, vertente sulla circostanza che la decisione impugnata è nulla in quanto oltrepassa i poteri attribuiti dal Trattato dell’Unione europea alla Banca centrale europea nonché alla Commissione europea e quindi i due organi l’hanno adottata eccedendo i propri poteri.
Secondo motivo, vertente sulla circostanza che la decisione impugnata viola il diritto di proprietà garantito dall’articolo 1 del Protocollo 1 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e dall’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, come confermato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Terzo motivo, vertente sulla circostanza che la decisione impugnata è manifestamente infondata e priva di base giuridica e contrasta con il principio di proporzionalità.
Quarto motivo, vertente sulla circostanza che la decisione impugnata si pone altresì in contrasto con i principi giuridici generalmente accettati che discendono dal diritto dell’Unione europea e anche col principio secondo il quale nessuno può invocare una propria omissione per trarne profitto e/o regolarizzare un comportamento ingiusto e/o illegittimo.