Language of document : ECLI:EU:C:2013:490

SENTENZA DELLA CORTE (Quinta Sezione)

18 luglio 2013 (*)

«Cooperazione giudiziaria in materia civile – Regolamento (CE) n. 44/2001 – Giudice competente – Competenze speciali “in materia contrattuale” e “in materia di illeciti civili dolosi o colposi”»

Nella causa C‑147/12,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dallo Hovrätten för Nedre Norrland (Svezia), con decisione del 23 marzo 2012, pervenuta in cancelleria il 26 marzo 2012, nel procedimento

ÖFAB, Östergötlands Fastigheter AB

contro

Frank Koot,

Evergreen Investments BV,

LA CORTE (Quinta Sezione),

composta da T. von Danwitz (relatore), presidente di sezione, A. Rosas, E. Juhász, D. Šváby e C. Vajda, giudici,

avvocato generale: M. Wathelet

cancelliere: C. Strömholm, amministratore

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 17 aprile 2013,

considerate le osservazioni presentate:

–        per l’ÖFAB, Östergötlands Fastigheter AB, da M. André;

–        per F. Koot e l’Evergreen Investments BV, da K. Crafoord, B. Rundblom Andersson e J. Conradsson, advokater;

–        per il governo svedese, da A. Falk e K. Ahlstrand-Oxhamre, in qualità di agenti;

–        per il governo ellenico, da S. Chala, in qualità di agente;

–        per il governo del Regno Unito, da J. Beeko, in qualità di agente;

–        per la Commissione europea, da A.-M. Rouchaud-Joët e C. Tufvesson, in qualità di agenti;

vista la decisione, adottata dopo aver sentito l’avvocato generale, di giudicare la causa senza conclusioni,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1        La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (GU 2001, L 12, pag. 1).

2        Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra l’ÖFAB, Östergötlands Fastigheter AB (in prosieguo: l’«ÖFAB»), con sede in Svezia, da un lato, e il sig. Koot e l’Evergreen Investments BV (in prosieguo: l’«Evergreen»), con sede nei Paesi Bassi, dall’altro, avente ad oggetto il rifiuto di questi ultimi di rispondere dei debiti della Copperhill Mountain Lodge AB (in prosieguo: la «Copperhill»), società per azioni con sede in Svezia.

 Contesto normativo

 Il diritto dell’Unione

3        Il regolamento n. 44/2001 reca disposizioni sulla competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

4        I considerando 8, 11 e 12 di tale regolamento dispongono quanto segue:

«(8)      Le controversie alle quali si applica il presente regolamento devono presentare elementi di collegamento con il territorio degli Stati membri vincolati dal regolamento stesso. Le norme comuni in materia di competenza giurisdizionale devono quindi, in linea di principio, applicarsi nei casi in cui il convenuto è domiciliato in uno di tali Stati.

(...)

(11)      Le norme sulla competenza devono presentare un alto grado di prevedibilità ed articolarsi intorno al principio della competenza del giudice del domicilio del convenuto, la quale deve valere in ogni ipotesi salvo in alcuni casi rigorosamente determinati, nei quali la materia del contendere o l’autonomia delle parti giustifichi un diverso criterio di collegamento. Per le persone giuridiche il domicilio deve essere definito autonomamente, in modo da aumentare la trasparenza delle norme comuni ed evitare i conflitti di competenza.

(12)      Il criterio del foro del domicilio del convenuto deve essere completato attraverso la previsione di fori alternativi, ammessi in base al collegamento stretto tra l’organo giurisdizionale e la controversia, ovvero al fine di agevolare la buona amministrazione della giustizia».

5        Ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 2, lettera b), del regolamento in parola, sono esclusi dal suo ambito di applicazione «i fallimenti, i concordati e l[e] procedure affini».

6        L’articolo 2, paragrafo 1, del regolamento n. 44/2011 è formulato come segue:

«Salve le disposizioni del presente regolamento, le persone domiciliate nel territorio di un determinato Stato membro sono convenute, a prescindere dalla loro nazionalità, davanti ai giudici di tale Stato membro».

7        In forza dell’articolo 5, punti 1 e 3, di tale regolamento, una persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro può essere convenuta in un altro Stato membro:

«1)      a)     in materia contrattuale, davanti al giudice del luogo in cui l’obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita;

b)      [a]i fini dell’applicazione della presente disposizione e salvo diversa convenzione, il luogo di esecuzione dell’obbligazione dedotta in giudizio è:

–        nel caso della compravendita di beni, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto,

–        nel caso della prestazione di servizi, il luogo, situato in uno Stato membro, in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto;

c)      la lettera a) si applica nei casi in cui non è applicabile la lettera b);

(...)

3)      in materia di illeciti civili dolosi o colposi, davanti al giudice del luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire».

 Il diritto svedese

8        Al capo 25 della legge sulle società per azioni (Aktiebolagslag, SFS 2005, n. 551), l’articolo 18 prevede che i membri del consiglio di amministrazione possono essere chiamati a rispondere delle obbligazioni assunte dalla società qualora omettano di adottare misure formali per il controllo della situazione economica della società, nel caso in cui quest’ultima non disponga più di mezzi finanziari sufficienti. Ai sensi di detto articolo:

«Qualora il consiglio di amministrazione abbia omesso di:

1.      redigere uno stato patrimoniale di verifica ai sensi dell’articolo 14 e inoltrare lo stesso a un revisore per il controllo in forza dell’articolo 13;

2.      convocare una prima assemblea generale di controllo ai sensi dell’articolo 15; oppure

3.      presentare al tribunale istanza di messa in liquidazione della società conformemente all’articolo 17,

i membri del consiglio di amministrazione rispondono in solido delle obbligazioni assunte dalla società nel periodo di inadempimento.

Il soggetto che, a conoscenza dell’inadempimento del consiglio di amministrazione, compia atti per conto della società, risponde in solido con i membri del consiglio di amministrazione delle obbligazioni derivanti per la società.

È esonerato dalla responsabilità di cui al primo e secondo comma il soggetto che dimostri di non essere stato negligente.

(...)».

 Procedimento principale e questioni pregiudiziali

9        Il sig. Koot, residente nei Paesi Bassi, è stato membro del consiglio di amministrazione della Copperhill dal 9 settembre 2007 al 5 settembre 2009 incluso, data in cui è divenuto membro supplente, carica da lui occupata sino al 22 febbraio 2010.

10      L’Evergreen possedeva il 40% delle azioni della Copperhill prima di acquisire, l’11 settembre 2007, un ulteriore 50% di azioni della medesima società.

11      Fra il 10 ottobre 2007 e il 2 dicembre 2009, la sede della Copperhill si trovava nel comune di Åre (Svezia), rientrante nella giurisdizione dell’Östersunds tingsrätt (tribunale locale di Östersund), dove la società, nel suddetto periodo, ha esercitato le proprie attività e edificato un albergo.

12      Ai fini dell’edificazione di tale albergo, la Copperhill ha commissionato lavori di sterramento e, fra l’altro, la posa di piastrelle nei bagni a due imprese locali, la Toréns Entreprenad i Östersund AB (in prosieguo: la «Toréns») e la Kakelmässan Norr Handelsbolag (in prosieguo: la «Kakelmässan»).

13      Il 23 marzo 2009, dato che la Copperhill aveva sospeso i pagamenti a causa di difficoltà finanziarie, l’Östersunds tingsrätt ha deciso di assoggettarla a misure di risanamento («företagsrekonstruktion»). Nell’ambito di dette misure, la Toréns e la Kakelmässan sono state rimborsate soltanto per una parte dei rispettivi crediti nei confronti della Copperhill. I crediti residui sono stati acquisiti dalla Invest i Årefjällen i Stockholm AB (in prosieguo: l’«Invest»).

14      Il 10 agosto 2010 l’Invest ha proposto due ricorsi, rispettivamente, contro il sig. Koot e la Evergreen, dinanzi all’Östersunds tingsrätt. A sostegno del suo ricorso contro il sig. Koot, l’Invest ha affermato che quest’ultimo era tenuto a indennizzarla ai sensi dell’articolo 18 del capo 25 della legge sulle società per azioni. Il ricorso contro l’Evergreen era basato, da un lato, sui principi di deroga alla limitazione di responsabilità, e, dall’altro, sulla circostanza che l’Evergreen aveva «promesso» di pagare il dovuto alla Toréns ed alla Kakelmässan oppure di fornire alla Copperhill i fondi necessari a tal fine.

15      Riguardo alla competenza dell’Östersunds tingsrätt a statuire su queste controversie, l’Invest ha fatto valere che l’evento dannoso era avvenuto a Åre e che, sempre in tale luogo, si era prodotto il danno. Il sig. Koot e l’Evergreen hanno sostenuto che detto tribunale non era competente a statuire sulle controversie, in quanto gli stessi erano entrambi domiciliati nei Paesi Bassi.

16      Il 26 aprile 2011 l’Östersunds tingsrätt ha respinto i ricorsi dell’Invest, dichiarando la propria incompetenza a conoscere le controversie di cui trattasi. Ad avviso di questo tribunale, tali controversie non rientrano né nella materia contrattuale né in quella degli illeciti civili dolosi o colposi di cui all’articolo 5, punti 1 e 3, del regolamento n. 44/2001. Pertanto, ai sensi del principio enunciato all’articolo 2, paragrafo 1, del medesimo regolamento, le controversie dovrebbero essere incardinate dinanzi ai giudici dello Stato membro del domicilio del sig. Koot e dell’Evergreen.

17      Avverso tali decisioni, l’Invest ha interposto appello dinanzi allo Hovrätten för Nedre Norrland (Corte d’Appello per il Nedre Norrland), chiedendo a quest’ultimo di sottoporre alla Corte una domanda di pronuncia pregiudiziale. In seguito, essa ha ceduto i propri crediti all’ÖFAB.

18      Lo Hovrätten för Nedre Norrland ritiene che, al fine di stabilire la competenza dei giudici svedesi a statuire sulla controversia oggetto del procedimento principale, sia necessario interpretare l’articolo 5, punti 1 e 3, del regolamento n. 44/2001.

19      Al riguardo, il giudice del rinvio si chiede se le suddette disposizioni istituiscano, riguardo alle controversie in materia di risarcimento, una deroga di portata generale rispetto all’articolo 2 del regolamento n. 44/2001, nel senso che l’articolo 5, punto 3, del regolamento è applicabile ove non lo sia il punto 1 del medesimo articolo. Inoltre, tale giudice ritiene che la Corte non ha ancora avuto occasione di statuire sulla questione se azioni volte a far valere la responsabilità per i debiti di una società per azioni in capo a un membro del consiglio di amministrazione della medesima, ai sensi dell’articolo 18 del capo 25 della legge sulle società per azioni, nonché a un azionista di una tale società, in forza della deroga alla responsabilità limitata, rientrino nell’ambito di applicazione dell’articolo 5, punto 3, del suddetto regolamento.

20      Per quanto riguarda la deroga alla responsabilità limitata, il giudice del rinvio osserva che, secondo la giurisprudenza dello Högsta domstolen (Corte di cassazione), gli azionisti di una società per azioni possono, in circostanze eccezionali, essere tenuti a rispondere dei debiti della società. Tra i fattori rilevanti in proposito, potrebbero essere menzionati un comportamento sleale o abusivo degli azionisti, una mancanza di capitali propri, come pure il fatto che la società interessata non avesse per oggetto un’attività economica.

21      In tale contesto, lo Hovrätten för Nedre Norrland ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1)       Se i punti 1 e 3 dell’articolo 5 del regolamento n. 44/2001 (...) debbano essere interpretati nel senso che istituiscono, riguardo alle controversie in materia di risarcimento, una deroga di portata generale al principio enunciato all’articolo 2.

2)      Se la nozione di “materia di illeciti civili dolosi o colposi” ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento [n. 44/2001] debba essere interpretata nel senso che la disposizione comprende l’azione promossa da un creditore contro un membro del consiglio di amministrazione di una società, volta a far valere la responsabilità dell’amministratore per i debiti della società in quanto egli ha omesso di adottare misure formali per il controllo della situazione economica della società, continuandone invece l’attività e contraendo ulteriori debiti a carico della stessa.

3)      Se la nozione di “materia di illeciti civili dolosi o colposi” ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento [n. 44/2011] debba essere interpretata nel senso che la disposizione comprende l’azione promossa da un creditore contro un azionista di una società, volta a far valere la responsabilità di quest’ultimo per i debiti della società in quanto ne ha continuato l’attività, nonostante la società risultasse sottocapitalizzata e dovesse essere posta in liquidazione.

4)      Se la nozione di “materia di illeciti civili dolosi o colposi” ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento [n. 44/2011] debba essere interpretata nel senso che la disposizione comprende l’azione promossa da un creditore contro un azionista di una società che si sia impegnato a pagare i debiti della stessa.

5)      In caso di risposta affermativa alla questione di cui al punto [2], se un eventuale danno si consideri realizzato nei Paesi Bassi oppure in Svezia qualora l’amministratore interessato sia domiciliato nei Paesi Bassi, mentre gli inadempimenti agli obblighi derivanti dalla sua carica riguardino una società di diritto svedese.

6)      In caso di risposta affermativa alle questioni di cui ai punti [3 e 4], se un eventuale danno si consideri realizzato nei Paesi Bassi oppure in Svezia qualora l’azionista sia domiciliato nei Paesi Bassi, mentre la società sia di diritto svedese.

7)      Nel caso in cui venga appurato che i punti 1 e 3 dell’articolo 5 del regolamento [n. 44/2001] sono applicabili a una o più delle situazioni descritte, se, per l’applicazione dei siffatti punti, assuma rilievo il fatto che un credito sia stato ceduto dal creditore originario a un altro soggetto».

 Sulle questioni pregiudiziali

 Sulla prima, seconda e terza questione

22      Con la prima, seconda e terza questione, che è opportuno esaminare congiuntamente, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se la nozione di «materia di illeciti civili dolosi o colposi» ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2011, debba essere interpretata nel senso che essa comprende le azioni promosse da un creditore di una società per azioni, volte a far dichiarare la responsabilità, per i debiti di quest’ultima, diun membro del consiglio di amministrazione della medesima, da un lato, e di un azionista della stessa, dall’altro, per aver permesso che tale società continuasse le attività nonostante risultasse sottocapitalizzata e dovesse essere posta in liquidazione.

23      Preliminarmente occorre esaminare l’argomento dedotto dal sig. Koot, secondo cui i ricorsi proposti nei suoi confronti sono esclusi dall’ambito di applicazione del regolamento n. 44/2001 in forza del suo articolo 1, paragrafo 2, lettera b), poiché tali ricorsi sono fondati su disposizioni del diritto svedese che prevedono la messa in liquidazione di società per azioni i cui fondi propri risultino insufficienti.

24      Al riguardo, occorre ricordare che, secondo una giurisprudenza consolidata, l’articolo 1, paragrafo 2, lettera b), del regolamento n. 44/2001 esclude dal campo di applicazione del medesimo regolamento solo le azioni che derivino direttamente da una procedura d’insolvenza e che siano ad essa strettamente collegate (v., in tal senso, in particolare, sentenze del 2 luglio 2009, SCT Industri, C‑111/08, Racc. pag. I‑5655, punto 21 e la giurisprudenza ivi citata, nonché del 19 aprile 2012, F‑Tex, C‑213/10, punto 29).

25      Orbene, come risulta dalla documentazione presentata alla Corte e dai chiarimenti del governo svedese in sede di udienza, le azioni oggetto del procedimento principale non sono collegate a una procedura di insolvenza ma sono state promosse dopo che la Copperhill era stata assoggettata a misure di risanamento. In ogni caso si deve rilevare che, come osservato dalla Commissione europea, le azioni oggetto del procedimento principale non costituiscono prerogative esclusive che il curatore fallimentare esercita nell’interesse della massa creditoria, ma si tratta di diritti che l’ÖFAB è libera di azionare nel suo proprio interesse.

26      Occorre pertanto constatare che le azioni oggetto del procedimento principale rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento n. 44/2001.

27      Per risolvere la prima, seconda e terza questione occorre rilevare, da un lato, che per costante giurisprudenza le nozioni di «materia contrattuale» e di «materia di illeciti civili dolosi» ai sensi dell’articolo 5, punti 1, lettera a), e 3, del regolamento n. 44/2011 vanno interpretate in modo autonomo, principalmente alla luce del sistema e degli obiettivi del medesimo regolamento (v., in tal senso, sentenza del 25 ottobre 2011, eDate Advertising e a., C‑509/09 e C‑161/10, Racc. pag. I‑10269, punto 38, nonché giurisprudenza ivi citata).

28      D’altro canto, poiché il regolamento n. 44/2001 ha sostituito, nei rapporti tra Stati membri, la Convenzione del 27 settembre 1968, concernente la competenza giurisdizionale e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (GU 1972, L 299, pag. 32), come modificata dalle successive convenzioni relative all’adesione di nuovi Stati membri a tale convenzione (in prosieguo: la «Convenzione di Bruxelles»), l’interpretazione fornita dalla Corte con riferimento alle disposizioni di tale convenzione vale anche per quelle del citato regolamento, quando le disposizioni di tali atti comunitari possono essere qualificate come equivalenti (v., segnatamente, sentenza eDate Advertising et Martinez, cit., punto 39, nonché giurisprudenza ivi citata).

29      Orbene, gli articoli 2 e 5, punti 1, lettera a), e 3, del regolamento n. 44/2001, che vengono in considerazione nel procedimento principale, riflettono, riguardo alla delimitazione delle competenze giurisdizionali disciplinate da tali disposizioni, la stessa sistematica degli articoli 2 e 5, punti 1 e 3, della Convenzione di Bruxelles e sono redatte in termini quasi identici. Stante questa equivalenza, occorre garantire, in conformità al considerando 19 del regolamento n. 44/2001, la continuità nell’interpretazione dei due atti (v., in particolare, sentenza del 16 luglio 2009, Zuid‑Chemie, C‑189/08, Racc. pag. I‑6917, punto 19).

30      Quindi, secondo una giurisprudenza costante, il sistema delle attribuzioni di competenze di validità generale di cui al capo II del regolamento n. 44/2001 è fondato sul principio, sancito nell’articolo 2, paragrafo 1, secondo cui le persone domiciliate nel territorio di uno Stato membro sono convenute davanti agli organi giurisdizionali di tale Stato, a prescindere dalla cittadinanza delle parti. È solo in deroga al principio della competenza dei giudici del domicilio del convenuto che il capo II, sezione 2, del regolamento n. 44/2011 prevede talune competenze speciali, tra cui quella dell’articolo 5, punto 3, di tale regolamento (v., in tal senso, sentenze Zuid-Chemie, cit., punti 20 e 21, nonché del 12 maggio 2011, BVG, C‑144/10, Racc. pag. I‑3961, punto 30 e giurisprudenza ivi citata).

31      La Corte ha altresì dichiarato che tali norme di competenza speciale sono da interpretare restrittivamente, poiché non consentono un’interpretazione che vada oltre le ipotesi prese in considerazione esplicitamente dal regolamento stesso (v., in tal senso, sentenza Zuid-Chemie, cit., punto 22 e giurisprudenza ivi citata).

32      Nondimeno, per costante giurisprudenza la nozione di «materia di illeciti civili dolosi o colposi» ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001 comprende qualsiasi domanda che miri a coinvolgere la responsabilità di un convenuto e che non si ricolleghi alla «materia contrattuale» di cui all’articolo 5, punto 1, lettera a), di tale regolamento (v., per quanto riguarda l’interpretazione della Convenzione di Bruxelles, sentenze del 27 settembre 1988, Kalfelis, 189/87, Racc. pag. 5565, punto 18; del 26 marzo 1992, Reichert e Kockler, C‑261/90, Racc. pag. I‑2149, punto 16; del 27 ottobre 1998, Réunion européenne e a., C‑51/97, Racc. pag. I‑6511, punto 22, nonché del 17 settembre 2002, Tacconi, C‑334/00, Racc. pag. I‑7357, punto 21).

33      A tal riguardo si deve rilevare, da un lato, che la nozione di «materia contrattuale» ai sensi dell’articolo 5, punto 1, lettera a), del regolamento n. 44/2001 non può essere intesa nel senso che riguardi una situazione in cui non esista alcun obbligo liberamente assunto da una parte nei confronti dell’altra. Di conseguenza, l’applicazione della norma di competenza speciale prevista in materia contrattuale a detto articolo 5, punto 1, lettera a), presuppone la determinazione di un’obbligazione giuridica liberamente assunta da una parte nei confronti di un’altra e sulla quale si fonda l’azione del ricorrente (v., riguardo all’interpretazione della Convenzione di Bruxelles, sentenze del 20 gennaio 2005, Engler, C‑27/02, Racc. pag. I‑481, punti 50 e 51, nonché del 14 marzo 2013, Česká spořitelna, C‑419/11, punti 46 e 47 e giurisprudenza ivi citata).

34      D’altro canto, per costante giurisprudenza una responsabilità in materia di illeciti civili dolosi o colposi può sussistere solo a condizione che sia possibile accertare un nesso causale fra il danno e il fatto da cui tale danno trova la propria origine (v., per quanto riguarda l’interpretazione della Convenzione di Bruxelles, sentenza del 30 novembre 1976, Bier, detta «Mines de potasse d’Alsace», 21/76, Racc. pag. 1735, punto 16, nonché sentenza Zuid-Chemie, cit., punto 28 e giurisprudenza ivi citata).

35      Per quanto riguarda le azioni oggetto del procedimento principale, dalla documentazione presentata alla Corte risulta che esse hanno ad oggetto la responsabilità del sig. Koot, nella sua qualità di amministratore della Copperhill, ai sensi dell’articolo 18 del capo 25 della legge sulle società per azioni, nonché quella della Evergreen, nella sua qualità di azionista della suddetta società, in forza della deroga alla limitazione di responsabilità così come essa è stata implementata dalla giurisprudenza dello Högsta domstolen.

36      Come pure risulta dalla decisione di rinvio, le suddette azioni non sono fondate su un obbligo liberamente assunto da una parte nei confronti dell’altra, bensì sull’affermazione che l’amministratore della Copperhil, avendo omesso di adottare misure formali per il controllo della situazione economica di tale società, ed altresì il principale azionista di quest’ultima sarebbero venuti meno ai loro obblighi avendo permesso che la medesima società continuasse le attività nonostante risultasse sottocapitalizzata e dovesse essere messa in liquidazione. In forza della normativa applicabile, tale amministratore e tale azionista possono, se del caso, essere tenuti a rispondere dei debiti della Copperhill.

37      Orbene, se le azioni oggetto del procedimento principale sono volte a far valere la responsabilità di tale amministratore e di tale azionista per i debiti della Copperhill, esse consentono in primis di ottenere il pagamento dei crediti che tale società non è stata in grado di soddisfare integralmente, in ragione del fatto che il suo amministratore e il suo azionista non hanno adempiuto ai loro obblighi di legge. Nel caso di specie, dette azioni mirano altresì al ristoro del danno risultante dal fatto che la Toréns e la Kakelmässan hanno eseguito lavori per la Copperhill senza poi ottenere da quest’ultima il pagamento integrale delle somme dovute da quest’ultima per tali lavori.

38      Ne consegue che le azioni oggetto del procedimento principale rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, a prescindere dalla qualificazione di altre azioni che possano essere promosse contro un amministratore o un azionista di una società.

39      A tale riguardo, i governi svedese ed ellenico sostengono che la qualificazione delle azioni oggetto del procedimento principale sulla base dell’articolo 5, punti 1 e 3, del regolamento n. 44/2011 debba seguire la qualificazione dei debiti della società, a seconda che rientrino nell’ambito della materia contrattuale o extracontrattuale, poiché le suddette azioni mirano ad accertare la responsabilità dell’amminsitratore o dell’azionista di una società per azioni per i debiti di detta società.

40      Questa interpretazione non può essere accolta.

41      Infatti, essa avrebbe la conseguenza di moltiplicare le giurisdizioni competenti a statuire su azioni aventi ad oggetto uno stesso comportamento illecito dell’amministratore o dell’azionista della società interessata, a seconda della natura dei vari debiti di tale società dedotti nell’ambito di tali azioni. Orbene, in questo modo l’obiettivo di prossimità delle norme sulle competenze speciali enunciate all’articolo 5, punti 1 e 3, del regolamento n. 44/2001, fondate sull’esistenza di un collegamento particolarmente stretto tra il contratto, o il luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire, e il tribunale chiamato a statuire su di esso (v., in tal senso, in particolare, sentenze del 25 febbraio 2010, Car Trim, C‑381/08, Racc. pag. I‑1255, punto 48 e giurisprudenza ivi citata, nonché del 16 maggio 2013, Melzer, C‑228/11, punto 26 e giurisprudenza ivi citata), si oppone a che la determinazione del giudice competente sia fatta dipendere dalla natura dei debiti della società interessata. Occorre inoltre rilevare che, nel caso di un convenuto responsabile di debiti di soggetti terzi, una simile interpretazione delle norme di competenza previste all’articolo 5 del suddetto regolamento non presenterebbe il grado di prevedibilità richiesto dal suo considerando 11.

42      In considerazione di quanto precede, occorre rispondere alla questione prima, seconda e terza dichiarando che la nozione di «materia di illeciti civili dolosi o colposi» ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2011, deve essere interpretata nel senso che essa comprende azioni, come quelle oggetto del procedimento principale, promosse da un creditore di una società per azioni, volte a far dichiarare la responsabilità, per i debiti di quest’ultima, di un membro del consiglio di amministrazione della medesima, da un lato, e di un azionista della stessa, dall’altro, per aver permesso che tale società continuasse le attività nonostante risultasse sottocapitalizzata e dovesse essere posta in liquidazione.

 Sulla quarta questione

43      Con la quarta questione, il giudice del rinvio chiede se la nozione di «materia di illeciti civili dolosi o colposi» ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2011, debba essere interpretata nel senso che la disposizione comprende l’azione promossa da un creditore contro un azionista di una società che si sia impegnato a pagare i debiti della stessa.

44      Occorre in proposito ricordare che spetta al giudice nazionale fornire alla Corte gli elementi di fatto o di diritto necessari a predisporre una soluzione utile alle questioni che le vengono sottoposte (sentenze del 14 settembre 1999, Gruber, C‑249/97, Racc. pag. I‑5295, punto 19, e dell’8 settembre 2011, Rosado Santana, C‑177/10, Racc. pag. I‑7907, punto 33).

45      Come risulta da una giurisprudenza costante, l’esigenza di giungere ad un’interpretazione del diritto dell’Unione che sia utile per il giudice nazionale impone a quest’ultimo di delineare il contesto di fatto e di diritto in cui si inseriscono le questioni sollevate, o almeno di spiegare le ipotesi di fatto su cui tali questioni sono fondate (v., in particolare, sentenze del 17 febbraio 2005, Viacom Outdoor, C‑134/03, Racc. pag. I‑1167, punto 22; del 12 aprile 2005, Keller, C‑145/03, Racc. pag. I‑2529, punto 29, e del 1° dicembre 2011, Painer, C‑145/10, Racc. pag. I‑12533, punto 46).

46      Orbene, nel caso di specie si deve constatare che, riguardo alla quarta questione, il giudice del rinvio indica soltanto che l’Evergreen avrebbe «promesso» di pagare il dovuto alla Toréns e alla Kakelmässan oppure di fornire alla Copperhill i fondi necessari a tal fine, senza tuttavia precisare le circostanze di tale «promessa», né il fondamento giuridico o l’oggetto dell’azione proposta contro l’autore della suddetta «promessa». Pertanto, la domanda di pronuncia pregiudiziale non consente alla Corte di pervenire a un’interpretazione utile dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001.

47      Di conseguenza, occorre dichiarare irricevibile la quarta questione.

 Sulla quinta e sesta questione

48      Con la quinta e sesta questione, che occorre esaminare congiuntamente, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se la nozione di «luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire», di cui all’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, debba essere intesa nel senso che, in caso di azioni volte a far dichiarare la responsabilità di un membro del consiglio di amministrazione nonché di un azionista di una società per azioni per i debiti di tale società, il suddetto luogo si trovi nello Stato membro della sede di detta società.

49      Per rispondere a tali questioni occorre ricordare, da un lato, che secondo una giurisprudenza costante la norma di competenza speciale prevista – in deroga al principio della competenza dei giudici del domicilio del convenuto – dall’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001 si basa sull’esistenza di un collegamento particolarmente stretto tra una data controversia e i giudici del luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto, il che giustifica un’attribuzione di competenza a questi ultimi in ragione della buona amministrazione della giustizia e di motivi di economia processuale (v., in tal senso, sentenze eDate Advertising e Martinez, cit., punto 40, nonché del 25 ottobre 2012, Folien Fischer e Fofitec, C‑133/11, punto 37 e giurisprudenza ivi citata).

50      Infatti, in materia di illeciti civili dolosi o colposi, il giudice del luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire è quello di norma più idoneo a pronunciarsi in merito, segnatamente per motivi di prossimità rispetto alla controversia e di facilità nell’espletamento dell’istruttoria (v., in particolare, sentenza Folien Fischer e Fofitec, cit., punto 38 nonché giurisprudenza ivi citata).

51      Dall’altro lato, l’espressione «luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire», utilizzata dall’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, concerne sia il luogo in cui il danno si è concretizzato, sia il luogo del fatto generatore di tale danno, cosicché il convenuto può essere citato, a scelta dell’attore, dinanzi al giudice dell’uno o dell’altro luogo (v. sentenza Folien Fischer e Fofitec, cit., punto 39, nonché giurisprudenza ivi citata). Questi due luoghi possono costituire un significativo collegamento dal punto di vista della competenza giurisdizionale, dato che ciascuno di essi può, a seconda delle circostanze, fornire un’indicazione particolarmente utile dal punto di vista della prova e dello svolgimento del processo (v. sentenza eDate Advertising e Martinez, cit., punto 41 nonché giurisprudenza ivi citata).

52      Così, per quanto riguarda le azioni oggetto del procedimento principale, promosse da creditori di una società per azioni contro l’amministratore e il principale azionista di tale società in quanto sarebbero venuti meno ai loro obblighi di legge relativi alla medesima società, il luogo del fatto generatore del danno deve presentare tanto per i ricorrenti quanto per i convenuti un alto grado di prevedibilità. Allo stesso modo, in tale contesto deve sussistere, sotto i profili della buona amministrazione della giustizia e di motivi di economia processuale, un nesso particolarmente stretto fra le azioni promosse dagli attori e il suddetto luogo.

53      A tale riguardo occorre rilevare che, in una situazione come quella oggetto del procedimento principale, nella quale si tratta di azioni fondate sull’affermazione che l’amministratore e il principale azionista della Copperhill siano venuti meno ai loro obblighi di legge relativi al controllo della situazione economica della società ed alla prosecuzione dell’attività da parte di quest’ultima, nonostante essa risultasse sottocapitalizzata e avrebbe dovuto essere messa in liquidazione, non vengono in considerazione la situazione economica o l’attività di tale società in quanto tali, bensì la conclusione da trarsi in ordine a un’eventuale omissione dei controlli spettanti all’amministratore e all’azionista.

54      Dalla documentazione sottoposta alla Corte risulta che, durante il periodo in cui sono avvenuti i fatti controversi, la sede della Copperhill si trovava nel comune di Åre, rientrante nella giurisdizione dell’Östersunds tingsrätt, dove tale società, nel suddetto periodo, ha esercitato le proprie attività e edificato un albergo. In tale contesto, risulta che le attività esercitate nonché la situazione economica relativa a tali attività sono collegate a questo luogo. Ad ogni modo, le informazioni sulla situazione economica e l’attività di tale società, necessarie per l’esercizio degli obblighi di gestione spettanti all’amministratore e all’azionista, dovevano essere disponibili nel suddetto luogo. Lo stesso vale per le informazioni sull’asserito mancato rispetto di questi obblighi. Spetta al giudice del rinvio verificare la correttezza di tali informazioni.

55      Occorre pertanto rispondere alla quinta e alla sesta questione dichiarando che la nozione di «luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire», di cui all’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, deve essere interpretata nel senso che, in caso di azioni volte a far dichiarare la responsabilità di un membro del consiglio di amministrazione nonché di un azionista di una società per azioni per i debiti di tale società, il suddetto luogo si trova nel luogo al quale sono collegate le attività esercitate dalla suddetta società nonché la situazione economica relativa a tali attività.

 Sulla settima questione

56      Con la settima questione, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se il fatto che il credito in questione sia stato ceduto dal creditore iniziale a un terzo incida, in circostanze come quelle oggetto del procedimento principale, sulla determinazione del giudice competente ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001.

57      A tale riguardo occorre ricordare, da un lato, che, come già evidenziato al precedente punto 41, le norme sulle competenze speciali enunciate all’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001 si basano su un obiettivo di prossimità e sono fondate sull’esistenza di un collegamento particolarmente stretto tra il contratto o il luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto e il tribunale è chiamato a statuire su di esso. Orbene, una controversia avente ad oggetto crediti rientranti nella materia degli «illeciti civili dolosi o colposi» continua, in linea di principio, a presentare un collegamento stretto con il luogo in cui il fatto dannoso si è prodotto, quand’anche i crediti in questione siano stati oggetto di cessione.

58      Dall’altro lato, occorre rilevare che il fatto di ritenere che una cessione di crediti operata dal creditore iniziale possa incidere sulla determinazione del giudice competente ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, sarebbe altresì contrario a uno degli obiettivi di tale regolamento, richiamato al suo considerando 11, per il quale le norme sulla competenza devono presentare un alto grado di prevedibilità.

59      Alla luce di quanto precede, alla settima questione occorre rispondere dichiarando che il fatto che il credito in questione sia stato ceduto dal creditore iniziale a un terzo non incide, in circostanze come quelle oggetto del procedimento principale, sulla determinazione del giudice competente ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001.

 Sulle spese

60      Nei confronti delle parti nel procedimento principale, la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

Per questi motivi, la Corte (Quinta Sezione) dichiara:

1)      La nozione di «materia di illeciti civili dolosi o colposi» ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, deve essere interpretata nel senso che essa comprende azioni, come quelle oggetto del procedimento principale, promosse da un creditore di una società per azioni, volte a far dichiarare la responsabilità, per i debiti di quest’ultima, di un membro del consiglio di amministrazione della medesima, da un lato, e di un azionista della stessa, dall’altro, per aver permesso che tale società continuasse le attività nonostante risultasse sottocapitalizzata e dovesse essere posta in liquidazione.

2)      La nozione di «luogo in cui l’evento dannoso è avvenuto o può avvenire», di cui all’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001, deve essere interpretata nel senso che, in caso di azioni volte a far dichiarare la responsabilità di un membro del consiglio di amministrazione nonché di un azionista di una società per azioni per i debiti di tale società, il suddetto luogo si trova nel luogo al quale sono collegate le attività esercitate dalla suddetta società nonché la situazione economica relativa a tali attività.

3)      Il fatto che il credito in questione sia stato ceduto dal creditore iniziale a un terzo non incide, in circostanze come quelle oggetto del procedimento principale, sulla determinazione del giudice competente ai sensi dell’articolo 5, punto 3, del regolamento n. 44/2001.

Firme


* Lingua processuale: lo svedese.