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Comunicazione sulla GU

 

Ricorso del sig. Giuseppe Caló contro Commissione delle Comunità europee, presentato il 26 marzo 2004.

(Causa T-118/04)

Lingua processuale: il francese

Il 26 marzo 2004, il sig. Giuseppe Caló, rappresentato dagli avv.ti Sébastien Orlandi, Albert Coolen, Jean-Noël Louis e Etienne Marchal, con domicilio eletto in Lussemburgo, ha presentato al Tribunale di primo grado delle Comunità europee un ricorso contro la Commissione delle Comunità europee.

Il ricorrente conclude che il Tribunale voglia:

annullare le decisioni della Commissione 9 luglio e 1° ottobre 2003 e, nella misura del necessario, la decisione del presidente della Commissione 29 luglio 2003;

condannare la Commissione a pagare al ricorrente il risarcimento del danno morale subito nella misura simbolica di 1 Euro;

condannare la Commissione alle spese.

Motivi e principali argomenti:

Il ricorrente nella presente causa impugna la decisione con la quale l'APN gli attribuisce assieme al suo posto e ad altri 4 direttori delle DG ESTAT, una nuova assegnazione presso il direttore generale della direzione generale di assegnazione nonché la decisione di dare corso al procedimento per l'assegnazione degli impieghi di direttore delle direzioni ESTAT/B, ESTAT/C, ESTAT/C, ESTAT/E ed ESTAT/F ai sensi degli artt. 29, n. 1, lett. a) e c), e 29, n. 2, dello Statuto.

Tali decisioni sarebbero state adottate a seguito delle irregolarità constatate in seno all'EUROSTAT.

A sostegno delle sue affermazioni il ricorrente deduce:

violazione dell'art. 2, n. 1, dello Statuto e delle decisioni della Commissione 21 gennaio 1998 e 9 novembre 2001, relative all'esercizio del potere dell'APN, in quanto la decisione di assegnare il ricorrente al nuovo impiego di consigliere principale di cui trattasi, sarebbe stata adottata da un'autorità priva dei poteri di APN;

violazione del dovere di motivazione;

illegittimità degli avvisi di posto vacante COM/173/03, COM/174/03, COM/175/03, COM/176/03 e COM/177/03, nella misura in cui non precisano il contesto giuridico normativo in considerazione del quale l'istituzione intende procedere all'esame comparativo dei rispettivi meriti dei candidati.

Le decisioni impugnate sarebbero infine lesive della reputazione professionale e della dignità del ricorrente.

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