Language of document : ECLI:EU:T:2024:296

Causa T375/22

Luisa Izuzquiza e a.

contro

Parlamento europeo

 Sentenza del Tribunale (Quarta Sezione ampliata) dell’8 maggio 2024

«Accesso ai documenti – Tutela dei dati personali – Regolamento (CE) n. 1049/2001 – Documenti riguardanti le indennità e i rimborsi spese versati a un membro del Parlamento nonché gli stipendi e le indennità dei suoi assistenti parlamentari – Diniego di accesso – Eccezione relativa alla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo – Articolo 4, paragrafo 1, lettera b), e paragrafo 6, del regolamento n. 1049/2001 – Tutela degli interessi legittimi dell’interessato – Necessità della trasmissione dei dati personali al fine specifico di servire l’interesse pubblico – Articolo 9, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2018/1725»

1.      Istituzioni dell’Unione europea – Diritto di accesso del pubblico ai documenti – Regolamento n. 1049/2001 – Eccezioni al diritto di accesso ai documenti – Tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo – Piena applicabilità delle disposizioni del regolamento 2018/1725 – Obbligo del richiedente di dimostrare la necessità del trasferimento dei dati personali di cui trattasi – Obbligo dell’istituzione di verificare d’ufficio l’esistenza di un pregiudizio per i legittimi interessi della persona di cui trattasi

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b), e 2018/1725, artt. 3, § 1, 5 e 9, § 1, b)]

(v. punti 22‑28)

2.      Istituzioni dell’Unione europea – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali – Regolamento 2018/1725 – Domanda di accesso a dati personali – Obbligo di dimostrare la necessità del trasferimento di tali dati – Portata – Interesse pubblico che giustifica la divulgazione dei dati – Necessità di conoscere gli importi delle somme corrisposte a un membro del Parlamento europeo e il loro utilizzo nell’esercizio del suo mandato – Circostanze di fatto di natura eccezionale

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b), e 2018/1725, art. 9, § 1, b)]

(v. punti 41‑44)

3.      Istituzioni dell’Unione europea – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali – Regolamento 2018/1725 – Domanda di accesso a dati personali – Dati relativi all’indennità per spese generali e allo stipendio versati a un membro del Parlamento europeo nell’esercizio del suo mandato – Obbligo di dimostrare la necessità del trasferimento di tali dati – Informazioni pubblicamente disponibili – Violazione di detto obbligo

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b), e 2018/1725, art. 9, § 1, b)]

(v. punti 49‑55)

4.      Istituzioni dell’Unione europea – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali – Regolamento 2018/1725 – Domanda di accesso a dati personali – Dati relativi ai rimborsi spese di viaggio e alle indennità di soggiorno versati a un membro del Parlamento europeo nell’esercizio del suo mandato nonché agli stipendi e alle spese di viaggio dei suoi assistenti parlamentari – Obbligo di dimostrare la necessità del trasferimento di tali dati – Portata

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b), e 2018/1725, art. 9, § 1, b); decisione del Parlamento europeo 2005/684, art. 21, §§ 13; decisione dell’Ufficio di presidenza del Parlamento recante misure di attuazione dello statuto dei deputati al Parlamento europeo, art. 33]

(v. punti 56‑60, 63, 64, 67‑70, 72‑78)

5.      Istituzioni dell’Unione europea – Diritto di accesso del pubblico ai documenti – Regolamento n. 1049/2001 – Eccezioni al diritto di accesso ai documenti – Tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo – Portata – Rifiuto di divulgare documenti relativi ai rimborsi spese di viaggio e alle indennità di soggiorno versati a un membro del Parlamento europeo nell’esercizio del suo mandato nonché agli stipendi e alle spese di viaggio dei suoi assistenti parlamentari – Errori di valutazione

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b), e 2018/1725, art. 9, § 1, b)]

(v. punti 65, 79, 96, 97, 111, 112)

6.      Istituzioni dell’Unione europea – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali – Regolamento 2018/1725 – Domanda di accesso a dati personali – Dati relativi alle indennità e ai rimborsi spese versati a un membro del Parlamento europeo nell’esercizio del suo mandato nonché agli stipendi e alle indennità dei suoi assistenti parlamentari – Obbligo dell’istituzione di verificare d’ufficio l’esistenza di un pregiudizio per gli interessi legittimi delle persone di cui trattasi – Interessi relativi alla tutela del libero svolgimento del mandato di deputato nonché alla sicurezza di quest’ultimo – Pregiudizio per gli interessi legittimi delle persone di cui trattasi – Insussistenza

[Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 1, b) e 2018/1725, art. 9, § 1, b)]

(v. punti 87, 89‑94)

7.      Istituzioni dell’Unione europea – Diritto di accesso del pubblico ai documenti – Regolamento n. 1049/2001 – Eccezioni al diritto di accesso ai documenti – Obbligo di accordare un accesso parziale ai dati cui non si applicano le eccezioni – Eccezione relativa alla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo – Documenti relativi alle indennità e ai rimborsi spese versati a un membro del Parlamento europeo nell’esercizio del suo mandato nonché agli stipendi e alle indennità dei suoi assistenti parlamentari – Diniego di accesso parziale – Ammissibilità

(Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1049/2001, art. 4, § 6)

(v. punti 105‑109)


Sintesi

Adito di un ricorso di annullamento proposto da tre persone fisiche, il Tribunale, statuendo in composizione ampliata, annulla la decisione del Parlamento europeo dell’8 aprile 2022(1) con cui tale istituzione ha rifiutato ai ricorrenti l’accesso a determinati documenti relativi agli importi versati da tale istituzione al sig. Ioannis Lagos, membro del Parlamento, nonché ai suoi assistenti parlamentari, nell’ambito del mandato di tale deputato. In tal modo, il Tribunale chiarisce l’eccezione relativa all’accesso del pubblico ai documenti, fondata sulla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo, prevista dal regolamento n. 1049/2001(2). Esso dichiara che il Parlamento avrebbe dovuto autorizzare l’accesso ai documenti contenenti dati personali relativi al sig. Lagos e ai suoi assistenti parlamentari e che riguardavano, più nello specifico, i rimborsi spese di viaggio e le indennità di soggiorno versati al sig. Lagos da tale istituzione e i rimborsi spese di viaggio dei suoi assistenti.

Il sig. Lagos è stato eletto in Grecia e ha iniziato il suo mandato di deputato al Parlamento il 2 luglio 2019. Il 7 ottobre 2020 è stato condannato dagli organi giurisdizionali greci a 13 anni e otto mesi di reclusione e al pagamento di una multa per partecipazione e direzione di un’associazione per delinquere, nonché per due reati minori. A seguito della revoca della sua immunità parlamentare, il 27 aprile 2021, il sig. Lagos è stato arrestato dalle autorità belga e consegnato alle autorità greche. Egli sta attualmente scontando la sua pena detentiva in Grecia.

A seguito della sua condanna penale, della revoca della sua immunità e della sua reclusione, il sig. Lagos non si è dimesso dal suo mandato di deputato al Parlamento europeo. Inoltre, da tale condanna non è conseguita la comunicazione, da parte delle autorità greche al Parlamento, della decadenza del suo mandato.

Il 7 dicembre 2021 i ricorrenti hanno presentato al Parlamento una domanda volta all’accesso a determinati documenti concernenti il sig. Lagos, fondata sul regolamento n. 1049/2001 e concernente tutti i documenti relativi alle indennità versate a quest’ultimo nonché alle spese legate agli stipendi dei suoi assistenti parlamentari accreditati e locali. Con decisione del 4 febbraio 2022, il Parlamento ha rifiutato ai ricorrenti l’accesso a tali documenti. A seguito di domanda di conferma proposta dai ricorrenti, il Parlamento ha adottato la decisione impugnata, con la quale ha confermato il suo diniego iniziale di accordare loro l’accesso ai documenti richiesti, facendo valere l’eccezione al diritto di accesso ai documenti relativa alla tutela dei dati personali prevista dal regolamento n. 1049/2001, nonché l’obbligo dei ricorrenti di dimostrare la necessità della trasmissione dei dati personali al fine specifico di servire l’interesse pubblico, ai sensi del regolamento 2018/1725(3).

Giudizio del Tribunale

In via preliminare, il Tribunale sottolinea che l’articolo 9, paragrafo 1, lettera b), del regolamento 2018/1725 subordina la trasmissione di dati personali al rispetto di più condizioni cumulative. In tal senso, il richiedente l’accesso deve dimostrare la necessità della trasmissione dei dati personali al fine specifico di servire l’interesse pubblico, poi dimostrare che tale trasmissione è la misura più appropriata tra quelle possibili per conseguire lo scopo perseguito e che essa è proporzionata a tale scopo. Una volta fornita tale dimostrazione, l’istituzione interessata è tenuta a verificare se non sussistano ragioni per presumere che tale trasmissione possa pregiudicare gli interessi legittimi dell’interessato e, in tale ipotesi, a chiaramente soppesare i vari interessi in conflitto al fine di valutare la proporzionalità della trasmissione di dati personali richiesta.

Pertanto, in primo luogo, il Tribunale esamina nel contesto dell’eccezione al diritto di accesso ai documenti relativa alla tutela dei dati personali(4), se i ricorrenti abbiano rispettato l’obbligo di dimostrare che la trasmissione dei dati personali era necessaria al fine specifico di servire l’interesse pubblico(5).

Esso esamina, anzitutto, se il fine fatto valere dai ricorrenti per la trasmissione dei dati personali di cui trattasi costituisca un fine specifico di servire l’interesse pubblico.

A tal riguardo il Tribunale chiarisce che tale trasmissione può basarsi su un obiettivo generico, quale il diritto del pubblico alle informazioni relative al comportamento dei membri del Parlamento nell’esercizio delle loro funzioni. Nel caso di specie, il fine fatto valere dai ricorrenti consisteva nel conoscere gli effettivi importi delle somme corrisposte dal Parlamento al sig. Lagos nel periodo interessato e il modo in cui tali somme erano state utilizzate nell’ambito dell’esercizio del suo mandato di deputato onde agevolare un controllo pubblico, alla luce dell’accesso del sig. Lagos a fondi pubblici. Contrariamente a quanto affermato dal Parlamento, tale fine non è generico, ma legato in modo specifico alle particolari circostanze del caso di specie, che sono del tutto eccezionali. Infatti, esse riguardano un membro del Parlamento che, dopo essere stato condannato, tra l’altro, a una pena di 13 anni e otto mesi di reclusione ed essere stato detenuto, in particolare, per aver commesso reati gravi, quali la partecipazione e la direzione di un’associazione per delinquere, è rimasto deputato al Parlamento e ha continuato a percepire le indennità corrispondenti all’esercizio di tale funzione. Di conseguenza, alla luce di tali circostanze, il Parlamento ha erroneamente rifiutato di riconoscere il fine fatto valere dai ricorrenti come un fine specifico di servire l’interesse pubblico.

Il Tribunale analizza, poi, se i ricorrenti abbiano dimostrato la necessità della trasmissione dei dati personali e, più nello specifico, se tale trasmissione costituisse la misura più appropriata per conseguire il fine specifico di servire l’interesse pubblico perseguito dai ricorrenti e se essa fosse proporzionata a tal fine.

Da un lato, per quanto riguarda l’indennità per spese generali (6) e lo stipendio mensile (7) del sig. Lagos, il Tribunale rileva che le informazioni su tali diritti sono liberamente e gratuitamente accessibili al pubblico sul sito Internet del Parlamento. Poiché la divulgazione dei dati personali in questione non costituisce, quindi, la misura più appropriata per conseguire il fine perseguito dai ricorrenti, questi ultimi non sono riusciti a dimostrare la necessità di una tale trasmissione. Secondo il Tribunale, la situazione è diversa per quanto riguarda il rimborso delle spese di viaggio e la corresponsione dell’indennità di soggiorno dei deputati, dal momento che le informazioni pubblicamente disponibili a tal proposito non consentono di conoscere né gli importi delle somme corrisposte dal Parlamento al sig. Lagos, nell’esercizio del suo mandato di deputato, nel corso del periodo interessato, né quale fosse lo scopo del viaggio, la destinazione o il tragitto da egli percorso. In tal senso, nella misura in cui la trasmissione di tali dati consentirebbe al pubblico di accedere a dette informazioni, la loro divulgazione costituisce una misura più appropriata per conseguire il fine perseguito dai ricorrenti rispetto all’accesso alle informazioni che sono già di pubblico dominio. Pertanto, il Tribunale dichiara che la trasmissione dei dati concernenti il sig. Lagos costituisce una misura necessaria per conseguire il fine specifico di servire l’interesse pubblico fatto valere dai ricorrenti onde giustificare la trasmissione dei dati personali di cui trattasi e che il Tribunale ha erroneamente considerato che questi ultimi non avessero rispettato l’obbligo di dimostrare che detta trasmissione era necessaria a tal fine.

Dall’altro, per quanto riguarda gli stipendi degli assistenti accreditati e locali del sig. Lagos, il Tribunale sottolinea che essi sono versati a questi ultimi indipendentemente dalle loro effettive attività nell’ambito dell’assistenza parlamentare al sig. Lagos. Pertanto, dato che la trasmissione di documenti concernenti la corresponsione di tali stipendi non può fornire ai ricorrenti alcuna informazione sull’eventuale contributo, diretto o indiretto, al finanziamento o alla perpetuazione di un’attività criminale o illecita compiuta dal sig. Lagos, i ricorrenti non sono riusciti a dimostrare la necessità di tale trasmissione. Tuttavia, le spese relative ai viaggi degli assistenti parlamentari del sig. Lagos sono strettamente connesse alle attività di quest’ultimo e possono fornire indicazioni in merito ad un eventuale collegamento, quand’anche indiretto, con attività illecite compiute dal sig. Lagos. Di conseguenza, il Tribunale dichiara che la trasmissione dei dati personali contenuti nei documenti relativi ai rimborsi di tali spese costituisce una misura necessaria per conseguire il fine fatto valere dai ricorrenti e che il Parlamento ha erroneamente ritenuto che i ricorrenti non avessero rispettato l’obbligo di dimostrare che la trasmissione dei dati personali era necessaria al fine specifico di servire l’interesse pubblico.

In secondo luogo, il Tribunale statuisce sull’eventuale pregiudizio agli interessi legittimi del sig. Lagos e dei suoi assistenti, causato dalla trasmissione dei dati personali di cui trattasi. A tal riguardo, nell’ambito dell’esame della proporzionalità di tale trasmissione, il Tribunale soppesa i vari interessi in conflitto (8). In tal senso, per quanto riguarda, da un lato, l’interesse di tutelare il libero svolgimento del mandato di deputato, con riferimento alla domanda di accesso alle informazioni relative ai rimborsi spese di viaggio e alle indennità di soggiorno versati al sig. Lagos, la conoscenza da parte del pubblico di tali viaggi non può limitare, in qualsivoglia maniera, il libero svolgimento del suo mandato. Pertanto, non è stato dimostrato in che modo la divulgazione di informazioni sui viaggi effettuati potesse incidere sul libero svolgimento del mandato di deputato europeo. Per quanto riguarda, dall’altro, l’interesse di garantire la sicurezza del sig. Lagos, con riferimento ai documenti relativi alle indennità di soggiorno e ai rimborsi spese di viaggio percepiti in passato, la sicurezza del deputato non può più, in linea di principio, essere considerata come messa a rischio dalla trasmissione dei dati personali di cui trattasi, dal momento che si tratta di viaggi che avevano già avuto luogo nel momento in cui i ricorrenti hanno presentato la domanda. Se è certamente vero che la divulgazione al pubblico dei viaggi ricorrenti del sig. Lagos, in particolare verso una residenza privata in Grecia, potrebbe recare pregiudizio alla sua sicurezza, il Tribunale sottolinea che il Parlamento è tenuto, nel soppesare gli interessi in conflitto, a garantire la tutela dei dati personali indispensabile alla sicurezza del sig. Lagos, quali il suo indirizzo personale. Inoltre, per quanto concerne la sicurezza del sig. Lagos in occasione dei suoi futuri viaggi nell’esercizio del suo mandato, tale questione non sussiste dal momento che il sig. Lagos si trovava in stato di detenzione alla data della decisione impugnata e non poteva, quindi, viaggiare. In tale contesto, il Tribunale considera che, dato che i viaggi in esame hanno avuto luogo in un periodo in cui il sig. Lagos era già stato condannato per reati gravi, era quindi legittimo che i ricorrenti potessero ottenere informazioni in merito all’oggetto e alle destinazioni di tali viaggi. Poiché i rischi di un’eventuale pregiudizio al libero svolgimento del mandato di deputato del sig. Lagos e alla sua sicurezza non sono sufficienti a giustificare il diniego della divulgazione dei dati personali in esame, il Parlamento ha erroneamente ritenuto che la trasmissione di tali dati arrecherebbe pregiudizio agli interessi legittimi del sig. Lagos e dei suoi assistenti e che, dopo aver soppesato i vari interessi in conflitto, una tale trasmissione non sarebbe proporzionata.

Alla luce delle considerazioni che precedono, il Tribunale annulla la decisione impugnata nella parte in cui il Parlamento ha negato l’accesso ai documenti, contenenti dati personali relativi al sig. Lagos e riguardanti i rimborsi spese di viaggio e le indennità di soggiorno versati a quest’ultimo dal Parlamento, nonché ai documenti, contenenti dati personali relativi agli assistenti parlamentari del sig. Lagos e attinenti ai rimborsi spese di viaggio versati a questi ultimi.


1      Decisione del Parlamento europeo recante riferimento A(2021) 10718C, dell’8 aprile 2022 (in prosieguo: la «decisione impugnata»).


2      E in particolare l’articolo 4, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all’accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (GU 2001, L 145, pag. 43). In base a tale disposizione, le istituzioni rifiutano l’accesso a un documento la cui divulgazione arrechi pregiudizio alla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo, in particolare in conformità con la legislazione comunitaria sulla protezione dei dati personali.


3      Ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2018, sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell’Unione e sulla libera circolazione di tali dati, e che abroga il regolamento (CE) n. 45/2001 e la decisione n. 1247/2002/CE (GU 2018, L 295, pag. 39), i dati personali possono essere trasmessi a destinatari stabiliti nell’Unione diversi dalle istituzioni e dagli organi dell’Unione solo se il destinatario dimostra che la trasmissione dei dati è necessaria al fine specifico di servire l’interesse pubblico e il responsabile del trattamento, qualora sussistano motivi per presumere che gli interessi legittimi dell’interessato possano subire pregiudizio, dimostra che è proporzionato trasmettere i dati personali per detto fine specifico dopo aver chiaramente soppesato i vari interessi in conflitto.


4      Come prevista dall’articolo 4, paragrafo 1, lettera b), del regolamento n. 1049/2001.


5      Articolo 9, paragrafo 1, lettera b), del regolamento 2018/1725.


6      Dagli articoli 25 e 26 della decisione 2009/C 159/01 dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, del 19 maggio e 9 luglio 2008, recante misure di attuazione dello statuto dei deputati al Parlamento europeo (GU 2009, C 159, pag. 1), risulta che i membri del Parlamento percepiscono, su base mensile, un’indennità forfettaria per spese generali, sulla base di una domanda unica presentata all’inizio del loro mandato.


7      Ai sensi dell’articolo 10 della decisione 2005/684/CE, Euratom del Parlamento europeo, del 28 settembre 2005, che adotta lo statuto dei deputati del Parlamento europeo (GU 2005, L 262, pag. 1) (in prosieguo: lo «statuto dei deputati»), lo stipendio mensile dei deputati è corrisposto in modo automatico.


8      Come previsto all’articolo 9, paragrafo 1, lettera b), del regolamento 2018/1725.