Couleur Chapitre | Yellow |
Image Chapitre |
![]() |
Titre d'image Chapitre (infobulle) | |
Texte alternatif d'image Chapitre | |
Contenu |
Il diritto dell'Unione vieta le pratiche commerciali sleali, ingannevoli e aggressive idonee a falsare il comportamento economico dei consumatori. La Corte ha elaborato una copiosa giurisprudenza in proposito, della quale di seguito si riporta qualche esempio. Le offerte congiunteGli Stati membri non possono vietare in modo assoluto le offerte congiunte proposte da un venditore a un consumatore (come ad esempio una stazione di servizio che offre tre settimane di servizio di soccorso stradale gratuito per ogni rifornimento di almeno 25 litri). Le offerte congiunte non possono infatti essere considerate, in tutte le circostanze, pratiche commerciali sleali (sentenza del 23 aprile 2009, VTB-VAB e Galatea, C-261/07 e C-299/07). L'offerta congiunta consistente nella vendita di un computer provvisto di programmi informatici preinstallati non costituisce di per sé una pratica commerciale sleale. Inoltre, la mancata indicazione del prezzo di ciascuno dei programmi informatici preinstallati non costituisce una pratica commerciale ingannevole, poiché il prezzo dei vari programmi non costituisce un'informazione rilevante per il consumatore (sentenza del 7 settembre 2016, Deroo-Blanquart, C-310/15). Le pratiche commerciali aggressive e ingannevoliSono vietate le pratiche aggressive dei professionisti che danno al consumatore la falsa impressione di aver già vinto un premio, quando invece egli deve sostenere un certo costo per riceverlo. In particolare, è quanto avviene nel caso di pubblicità che fanno credere al destinatario di aver vinto una crociera quando invece, al fine di ricevere il premio, deve pagare l'assicurazione, un supplemento per la cabina e deve inoltre sostenere le spese per alimenti e bevande, nonché le tasse portuali durante il viaggio (sentenza del 18 ottobre 2012, Purely Creative, C-428/11). Anche le casse malattia rientranti in un regime legale possono mettere in atto pratiche commerciali sleali. Vi è, in tal senso, una pratica ingannevole quando una cassa malattia comunica ai suoi iscritti che rischiano di incorrere in svantaggi finanziari nell'ipotesi di cambiamento di cassa (sentenza del 3 ottobre 2013, Zentrale zur Bekämpfung unlauteren Wettbewerbs, C-59/12). Infine, il costo di una chiamata verso un numero telefonico per l'accesso a un servizio di assistenza post vendita non deve eccedere quello di una chiamata standard: in caso contrario, si tratterebbe di una pratica commerciale sleale (sentenza del 2 marzo 2017, Zentrale zur Bekämpfung unlauteren Wettbewerbs Frankfurt am Main, C-568/15). |
Document |