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Discriminazioni fondate sull’origine etnica

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Il diritto dell'Unione lotta contro le discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica, in particolare nell'ambiente di lavoro e per quanto riguarda l'accesso ai beni e ai servizi. La Corte ha avuto l'occasione di precisare la portata di questo tipo di discriminazioni nella sua giurisprudenza.

Nel 2008, la Corte ha constatato che vi è discriminazione diretta quando un datore di lavoro rende pubblicamente noto che non assumerà dipendenti di una certa origine etnica. La causa trae origine dalle dichiarazioni pubbliche di un direttore d’impresa che aveva espresso il suo rifiuto di assumere stranieri in ragione delle reticenze della clientela a dar loro accesso al loro domicilio privato per l’installazione di porte di garage (sentenza del 10 luglio 2008, Feryn, C-54/07).

Nel 2015, la Corte ha constatato che si configura una discriminazione basata sull’origine etnica allorché, in  un  quartiere densamente popolato da Rom,    i contatori elettrici sono installati ad un’altezza inaccessibile (da sei a sette metri), mentre in altri quartieri gli stessi contatori sono installati ad un’altezza accessibile. Una tale pratica non solamente rende estremamente difficile, se non impossibile, per gli interessati consultare il loro contatore elettrico per controllare il proprio consumo, ma è anche offensiva e stigmatizzante. La Corte ha precisato, in tale occasione, che il principio della parità di trattamento si applica non solo alle persone aventi una certa origine etnica ma anche a quelle che, pur non appartenendo all’etnia interessata, subiscono insieme alle prime un trattamento meno favorevole (sentenza del 16 luglio 2015, CHEZ Razpredelenie Bulgaria, C-83/14).

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